
Roma, 20 gen 2020 – IL BONUS DI 80 EURO DELLA DISCORDIA SCOMPARIRA? COSI’ SEMBRA. Ieri avevamo pubblicato un servizio sul taglio delle tasse, cosi’ detto RIDUZIONE DEL CUNEO FISCALE PER I LAVORATORI, che partira’ dal mese di luglio 2020, e continuera’ anche per il 2021, con una copertura finanziaria per entrambi i periodi di 8 miliardi di euro.
Va detto subito che questo taglio del cuneo fiscale riguarda soltanto i lavoratori dipendenti. Per i pensionati ora non c’e’ nulla. Forse per loro penseranno a qualche altro provvedimento, ma allo stato attuale non c’e’ niente. Forse ci rientra il personale militare che si trova in AUSILIARIA. Una volta che passa poi in riserva perde il beneficio.
Anche per quest’ultimo motivo io lo critico pesantemente, in quanto questa riduzione per il solo personale che lavora non porta nessun beneficio sulla pensione. Anzi, prima ti abitui a vivere con magari 100 euro nette al mese in piu’, e una volta in pensione, oltre a perdere questi 100 euro netti, devi subire un’altra riduzione della pensione per via del nuovo meccanismo di calcolo pensionistico detto CONTRIBUTIVO. Sara una tartassata una volta in pensione.
Detto questo, e mi scuso con i lettori per la mia lungaggine, vediamo come funzionera’ il nuovo taglio delle tasse.
REDDITI DA 8MILA A 28MILA: 100 EURO DI BONUS IN BUSTA PAGA
Partiamo dai redditi più bassi. In base alle regole illustrate dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e dal Premier, Giuseppe Conte, i 9,4 milioni di lavoratori con un reddito compreso tra gli 8.200 e i 26.600 euro l’anno che ricevono già il bonus Renzi avranno diritto ad un aumento di 20 euro mensili – 240 euro l’anno. Parlando in parole povere gli 80 euro al mese diventano 100, anche per chi fino ad oggi non percepiva gli 80 euro pieni (i contribuenti tra i 24mila e i 26.600 euro.
Non solo. La soglia viene alzata e il bonus da 100 euro al mese – 1.200 euro l’anno – comprenderà anche i contribuenti con un reddito compreso tra i 26.600 e i 28mila euro al mese che fino ad oggi erano esclusi dal bonus.
RIASSUNTO: con le nuove regole, 11,7 milioni di lavoratori con un reddito tra gli 8.200 e i 28mila euro annui riceveranno un bonus pari a 100 euro al mese.
REDDITI TRA 28MILA E 35MILA EURO: ARRIVA IL BONUS RENZI
La seconda fascia di reddito individuata dal Governo è quella compresa tra i 28.001 e i 35mila euro. Questi lavoratori – 2,4 milioni secondo i calcoli – ad oggi non percepiscono alcun bonus. Dal 1°luglio avranno diritto a un bonus pari a 80 euro al mese, 960 euro l’anno.
RIASSUNTO: dai 28mila ai 35mila il bonus sarà di 80 euro al mese.
REDDITI TRA I 35MILA E I 40MILA EURO: BONUS DECRESCENTE
La terza e ultima fascia che godrà del taglio del cuneo fiscale è quella cui appartengono i redditi più alti, compresi tra i 35.001 e i 40mila euro: circa 900mila persone.
In questo caso l’ammontare del beneficio calerà all’aumentare del reddito fino ai 192 euro annui che arriveranno nella busta paga di chi guadagna 39mila euro. A 40mila euro di reddito il beneficio sarà azzerato.
RIASSUNTO: bonus decrescente da 960 a 192 euro l’anno per chi percepisce tra i 35 e i 39mila euro.
TAGLIO CUNEO FISCALE: BONUS O DETRAZIONE
Per quanto riguarda il meccanismo di erogazione dei bonus, i dettagli sono ancora da definire, ciò che è certo è che non funzionerà per tutti allo stesso modo.
Secondo le previsioni infatti, i lavoratori tra 8.200-20mila euro di reddito saranno soggetti alle attuali modalità di erogazione del bonus Renzi, ma con 20 euro in più. Dai 20mila ai 40mila euro il bonus dovrebbe arrivare invece sotto forma di detrazione fiscale: più sconti da parte del Fisco fino ad arrivare all’ammontare cui si ha diritto.
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Riassumendo: il povero monoreddito con famiglia con 40 mila euro non percepirà nulla, moglie e marito con 35 mila a testa quindi con 70 mila totali prenderanno 160 euro in più! Purtroppo si continua a considerare erroneamente il reddito individuale e non quello familiare..
È solo semplice propaganda politica, tutta fuffa insomma…
VEDREMO A LUGLIO. QUESTA PROPOSTA E’ GIA’ FINANZIATA IN FINANZIARIA 2020. E COSTA 5 MILIARDI DI EURO A REGIME