ANCORA SUI CONTI CORRENTI PIGNORATI ALLA DIFESA. Interrogazione in Commissione Difesa del Senato dei Senatori BALBONI E RAUTI.

Roma, 13 feb 2020 – BLOCCATI QUASI 23 MILIONI DI EURO. LA COSA PREOCCUPANTE NON E’ SOLTANTO IL BLOCCO DI DETERMINATE INDENNITA’ DI MISSIONE ECC., MA SOPRATTUTTO IL FATTO CHE LA DIFESA NON HA I SOLDI PER PAGARE LE TASSE, E ALTRE INCOMBENZE. Un fatto grave che mette in dubbio la serenita’ di tutti i dipendenti che vantano crediti con la propria amministrazione. Non sarebbe la prima volta che bloccano anche la liquidazione della Cassa di Previdenza del personale militare. La Difesa non dovrebbe avere problemi di liquidita’. Perche’ si e’ arrivati a tanto? Perche’ il Governo non stanzia i soldi per i debiti, anziche’ fare intaccare i fondi necessari al funzionamento della macchina militare?

SEGUE INTERROGAZIONE.

Senatrice Isabella RAUTI. Membro Commissione Difesa Senato (Fratelli d’Italia)

Atto Senato n. 4-02886 – Pubblicato il 12 febbraio 2020, nella seduta n. 190. BALBONI, RAUTI – Al Ministro della difesa. Premesso che: perviene agli interroganti la segnalazione di una comunicazione ufficiale, datata 6 febbraio 2020, che il segretariato generale della difesa e direzione nazionale degli armamenti, ufficio amministrazioni speciali, del Ministero della difesa avrebbe indirizzato ad una pluralità di destinatari, tra strutture amministrative proprie, distaccamenti amministrativamente dipendenti all’estero, nonché organismi di cooperazione internazionale costituiti in distaccamenti amministrativi, avente ad oggetto il “pignoramento presso terzi operato sul conto corrente postale di questo Ufficio”;

con tale comunicazione, l’ufficio informa le proprie strutture amministrative che, a decorrere dal 24 gennaio 2020, lo stesso “ha subito una serie di onerosi vincoli pignoratizi da parte di Poste Italiane S.p.A., che, sommati a quelli già precedentemente apposti, ammontano a circa 22,6 milioni di euro con conseguente ‘sconfino’ di circa 3 milioni di euro rispetto al saldo contabile, pari a circa 19,6 milioni di euro”;

nella stessa comunicazione, si legge: “posto che i pignoramenti subiti sono a tutela di ragioni creditorie vantate da varie Società nei confronti di Enti dell’A.D., nessuna, peraltro, nei confronti di questo Ente, si rappresenta che fino a nuova comunicazione questo ufficio non potrà assicurare alcuna attività d’istituto”, ricomprendendo, tra le attività interessate da tale sospensione, l’erogazione degli emolumenti al personale in servizio all’estero presso gli uffici addetti della difesa, la somministrazione di fondi ai distaccamenti dipendenti, spese connesse al V rendiconto, anticipi e liquidazioni missioni, eccetera;

si precisa infine che sono in corso azioni “volte al superamento dell’attuale stallo operativo”;

a parere degli interroganti, si tratta di una situazione di palese, grave ed evidente anomalia, la cui portata potenzialmente dirompente è tale da comportare il rischio di una compromissione del regolare funzionamento delle attività di difesa nazionale, sia in Italia che all’estero, come si evince dall’elevato numero di uffici destinatari della comunicazione: un comparto oggi soggetto ad un provvedimento drastico e fortemente penalizzante per il personale interessato, che non può che porre in capo al Ministro di indirizzo il compito di avviare con urgenza un’approfondita ed immediata verifica in ordine alle ragioni e alle dinamiche gestionali che hanno determinato l’emersione e il protrarsi di tale esposizione debitoria, generando i vincoli pignoratizi ai quali si fa riferimento,

si chiede di sapere:

se ed entro quale termine urgente il Ministro in indirizzo, rispetto alla criticità contabile e gestionale emersa, intenda attivare i propri poteri di ispezione e indagine interna al fine di far luce sulla vicenda, verificando le cause e le responsabilità che hanno generato e determinato il protrarsi dell’esposizione debitoria;

quali interventi urgenti ritenga di adottare al fine di identificare soluzioni alternative idonee a scongiurare il rischio che l’onere dei vincoli pignoratizi siano sostenuti in ultima istanza dal personale in servizio all’estero e presso le diverse diramazioni organizzative del Ministero.

 

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