Le vaste latitudini del reato di violazione dei doveri attinenti al giuramento militare tra lettere ai giornali, ricorsi gerarchici, saggi e tatuaggi – di Cleto Iafrate

Roma, 31 mar 2020 – Le vaste latitudini del reato di violazione dei doveri attinenti al giuramento militare tra lettere ai giornali, ricorsi gerarchici, saggi e tatuaggi – di Cleto Iafrate. «La mia preghiera è che lei voglia consigliare al signor Mussolini di risparmiare questa umiliazione al fior fiore dell’intelligenza italiana. Per quanto diverse possano essere le nostre convinzioni … entrambi riconosciamo e ammiriamo nello sviluppo intellettuale europeo beni superiori. Questi si fondano sulla libertà di pensiero e di insegnamento e sul principio che alla ricerca della verità si debba dare la precedenza su qualsiasi altra aspirazione… la ricerca della verità scientifica, svincolata dagli interessi pratici quotidiani, dovrebbe essere sacra a tutti i governi; ed è nell’interesse supremo di tutti che i leali servitori della verità siano lasciati in pace. Ciò è anche senza dubbio nell’interesse dello stato italiano e del suo prestigio agli occhi del mondo».

Questi alcuni passaggi della lettera che Albert Einstein inviò ad Alfredo Rocco nel novembre del 1931. Era appena stato imposto anche ai professori di giurare fedeltà al Regime Fascista[1].

Le conseguenze per chi si fosse rifiutato erano la perdita del posto di lavoro, persecuzioni, divieti e una vigilanza stretta e oppressiva.

Quelli erano tempi bui. E i professori, forse meglio di qualsiasi altra categorie di lavoratori pubblici, avevano capito che un tale giuramento di fedeltà al Regime, piuttosto che alla Costituzione, avrebbe limitato la loro libertà di insegnamento e il loro diritto di critica. Quel giuramento, inoltre, li avrebbe esposti a sanzioni disciplinari anche per motivi ideologici qualora non avessero uniformato il loro comportamento, la loro condotta di vita e, in generale, tutto il loro modo di pensare agli indirizzi imposti dal regime.

Fortunatamente da allora tanta acqua è passata sotto i ponti.

Ma forse non abbastanza! 

I doveri attinenti al giuramento militare

Il presente scritto -senza pretese di esaustività, in considerazione della complessità della questione che investe non solo problematiche giuridiche, ma anche sociologiche- vuole indicare alcune questioni di fondo sulla norma più elastica e


1. Il giuramento venne introdotto dall’art. 18 del regio decreto n. 1227 del 28 agosto 1931, questa la formula: “Giuro di essere fedele al Re, ai suoi Reali successori e al Regime Fascista, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, di esercitare l'ufficio di insegnante e adempire tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, probi e devoti alla Patria e al Regime Fascista. Giuro che non appartengo né apparterrò ad associazioni o partiti, la cui attività non si concilia coi doveri del mio ufficio”.


di Cleto IAFRATE

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