Roma, 4 mag 2020 – Articolo preso da ilmessaggero.it >>> Tutto fermo per ora, causa coronavirus, come del resto anche nel settore privato. Ma una volta terminata la fase di stretta emergenza, il governo dovrà rimettere mano al dossier dei rinnovi contrattuali della pubblica amministrazione, scaduti ormai da oltre un anno. Per la verità, c’è ancora da chiudere la coda di contratti 2016-2018 ancora non rinnovati: mancano all’appello i dirigenti degli enti locali e tutti i dipendenti della presidenza del Consiglio, mentre il contratto dei medici è stato chiuso alla fine dell’anno scorso, quasi alla vigilia dell’esplosione della pandemia).
Nel Documento di economia e finanza appena approvato dal Parlamento c’è un riepilogo delle risorse disponibili, ma nessun accenno a nuovi stanziamenti. Quelli già approvati con le scorse leggi di Bilancio equivalgono a incrementi retributivi lordi dell’1,3 per cento per il 2019, del 2,01 per cento per il 2020 e del 3,72 per cento complessivo a decorrere dal 2021. L’articolo completo di Luca Cifoni su ilmessaggero.it prosegue qui >>>