
Roma, 27 mag 2020 – SPESSO L’IMPIEGO DEI MILITARI FUORI DALLE CASERME NON SEMPRE VIENE VISTO DI BUON OCCHIO DAI COLLEGHI DI ALTRE AMMINISTRAZIONI. Ma per fortuna i militari di ogni ordine e grado sono apprezzatissimi dalla Cittadinanza Italiana. Segue articolo di giornale: In merito all’impiego dei militari presso le carceri di L’Aquila e Sulmona, la FP CGIL chiede chiarimenti urgenti al Prefetto Cinzia Torraco.
L’AQUILA – “Pregiata Autorità,
lo scrivente Coordinamento Regionale, dell’Organizzazione Sindacale in intestazione, annoverata tra le rappresentative del Corpo di Polizia Penitenziaria sul piano nazionale, con la presente missiva al fine di chiederLe giuste chiarificazioni in merito a quanto indicato in oggetto, così come di sotto meglio specificato e discusso.
Apprendiamo, a mezzo diverse pubblicazioni di stampa locale e nazionale, che presso gli Istituti Penitenziari de quibus sono stati impiegati, per attività di vigilanza esterna, donne ed uomini dell’Esercito Italiano.
Pur preservando ragioni di ordine e sicurezza, sicuramente valutate ed approfondite presso Codesto Ufficio, nonché la preziosa professionalità dei militari in argomento, appare indispensabile comprendere la ratio di quanto sopra evidenziato, senza voler entrare in alcun merito ma nel mero spirito di collaborazione istituzionale tra le Parti.
Ciò posto, considerate alcune legittime perplessità e preoccupazioni la cui genesi è riconducibile sia alla diffusione mediatica di “rischio disordini e rivolte” che, dal canto di questa Sigla, non può che generare eventuali allarmismi tra le fila della collettività pubblica e penitenziaria, sia dal mancato coinvolgimento della mera Polizia Penitenziaria, a cui è demandata l’espletazione di specifici compiti sulle carceri.
Non per ultimo, durante le ultime vicissitudini di marzo scorso, in alcuni Istituti del Paese, poliziotti/e penitenziari/e hanno dimostrato elevata professionalità ed elogiabile spirito di abnegazione: qualità che da secoli contraddistinguono il nostro Corpo di appartenenza, nonostante le diverse difficoltà e precarietà che attanagliano le quotidianità. L’articolo completo continua qui >>>