Roma, 14 giu 2020 – LO STIPENDIO VA DATO E VA AGGIORNATO IN BASE AL COSTO DELLA VITA PER TUTTI COLORO CHE PRESTANO UNA OPERA DI LAVORO. POI SE SI VUOLE RICONOSCERE IL MERITO VANNO USATI ALTRI STRUMENTI, TIPO IL FESI PER I MILITARI O LA PRODUTTIVITA’ PER IL PERSONALE CIVILE DELLO STATO. A parita’ di livello o qualifica, non puo’ esistere chi e’ pagato con un migliore aumento stipendiale in fase di rinnovo triennale, o cose del genere. Sembra che il dipendente Statale sia al centro di un lungo esperimento per misurare la sua resistenza mentale e la sua pazienza.
Si e’ partiti da lontano, togliendo sempre qualcosa, tipo la scala mobile; il calcolo della pensione da retributiva a contributiva; l’aumento degli anni lavorativi per avere diritto alla pensione; peggiori coefficienti di calcolo per il la definizione della pensione mensile; la liquidazione – TFS – versata dopo due, tre o quattro anni dal pensionamento; la validita’ dei rinnovi contrattuali passati da biennali a TRIENNALI, e ora aumentare lo stipendio in base al merito o produttivita’.
Pensiamo che a tutto ci sia un limite. Per fortuna che non lo stabilisce l’ARAN come devono funzionare le cose, ma il Governo. Confidiamo in un maggiore rispetto di chi lavora. Certo c’e’ la crisi economica e disoccupazione. Possiamo rinunciare anche all’aumento stipendiale, se questi soldi vengono dati ai bisognosi, ma rifiutiamo qualsiasi esperimento per fregarci ancora.
Chi lavora va rispettato e non messo al centro della “gogna” mediatica cercando piu’ consensi verso il cittadino, proponendo cose che non stanno ne’ in cielo e ne’ in terra.
Proponiamo di seguito la lettura di:
- Articolo di approfondimento di giornale, clicca qui >>>
- Bozza/studio del 20.6.2020 della Commissione paritetica Comparto Funzioni centrali, clicca qui >>>
Si penalizza l’anzianità di servizio e si premiano i raccomandati, é un illecito