IL DECRETO CHE NON RILANCIA LE FORZE ARMATE, IN PARTICOLARE I NOSTRI VFP4 IN ATTESA DI STABILIZZAZIONE

Roma, 14 lug 2020 – Il Sindacato Italiano Autonomo Militare Organizzato (S.I.A.M.O. Esercito) segue con enorme amarezza le battute finali del processo di approvazione del disegno di legge di conversione del D.L. n. 34/2020. Il c.d. Decreto Rilancio, che sarà votato da oggi al Senato, mette in cantina argomenti chiave, spegnendo inesorabilmente le legittime speranze del personale delle Forze Armate e dell’Esercito che, al contempo, si prodiga con ardore e dedizione al servizio della nazione, anche per il contenimento della diffusione del virus Covid-19.

Il film si ripete: siamo di fronte ad un ennesimo garantismo nei confronti delle Forze di Polizia, dimenticando, ancora una volta, le Forze Armate. Il provvedimento in esame prevederà verosimilmente per il 2020 assunzioni fino a un massimo di 1650 agenti di Polizia di Stato e per il 2021 circa 550 unità. Lo stesso provvedimento riserverà analoghe attenzioni anche al Corpo della Polizia Penitenziaria, con l’assunzione di 650 agenti, consumando così un’autentica discriminazione nei confronti dei volontari in ferma prefissata (VFP4) della 1^ e 2^ immissione dell’anno 2013 che, dopo un travagliato decennio privi di rapporto di impiego, attendono il tanto desiderato passaggio in servizio permanente, che possa fornire finalmente stabilità a loro e alle proprie famiglie.

Il decreto legge in conversione dimentica perfino quelle norme a tutela del personale sanitario militare il quale, mosso da altruismo e amore per il Paese, ha dato il proprio contributo per fronteggiare l’emergenza epidemiologica attraverso l’adesione ad una ferma straordinaria: alla scadenza della ferma annuale, questi medici e infermieri non avranno le dovute garanzie di riserve di posti previsti dalle norme vigenti per l’ingresso nel pubblico impiego.

In tale contesto, risulta incredibilmente fazioso il non avere esteso agli ufficiali in ferma prefissata (UFP) lo stesso trattamento adottato per i VFP riguardo al prolungamento della ferma, come si stenta a comprendere l’omessa introduzione di un chiarimento che sancisca che il bonus baby-sitting sia dovuto a tutto il personale militare impiegato, direttamente o indirettamente, al contrasto del Covid19.

Un decreto di tale portata, se vuole davvero essere di rilancio per questo Paese, dovrebbe essere non solo la rampa di lancio per i precari nell’ambito militare, ma anche il ponte che metta fine a una gamma di problemi i quali, molto probabilmente, saranno destinati a rimanere involontariamente (o volontariamente) irrisolti. Inspiegabilmente però, questo Governo, mostra uno strano interesse per la vendita degli immobili militari, che potranno essere acquistati anche da società private dopo un notevole ribasso dei prezzi. Il personale militare non merita dunque la stessa attenzione?

Eppure il SIAMO aveva formulato le proprie proposte direttamente all’Autorità politica, ai vertici militari e ai parlamentari delle Commissioni Difesa di Camera e Senato. Ma quest’ultimi hanno riferito che solo gli emendamenti governativi sono stati veicolati ed accettati.

Nel momento in cui la politica è impegnata in queste ore serrate a varare il citato provvedimento, la filosofia che è l’arte di interrogarsi spinge il S.I.A.M.O. Esercito non a porsi, ma a porre al Ministro delle Difesa, On. Lorenzo Guerini, una domanda venata di mestizia: quando le Forze Armate cesseranno di essere il fanalino di coda del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso?
Noi ci SIAMO sempre!

Roma, 14 luglio 2020

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