Roma, 27 lug 2020 – Il procuratore generale militare Marco De Paolis risponde ad alcune domande del Corriere della Sera sui fatti avvenuti alla stazione Carabinieri Levante di Piacenza: “Bisogna controllare quello che avviene nella caserme, ma monitorare anche il tenore di vita dei carabinieri. Verificare quello che postano sui loro profili social. E proteggere chi decide di denunciare”.
CARABINIERI PROVENIENTI DALLE FORZE ARMATE, NON SEMPRE E’ POSITIVO
Non dimentichiamo che molti carabinieri provengono dalle forze armate. Questo non sempre è positivo perché spesso non ricevono la tradizionale formazione delle forze di polizia, né dal punto di vista investigativo né da quello dell’etica di corpo, risponde De Paolis parlando dello “spirito di corpo che si traduce nel senso di impunità”. e’ importante fare verifiche sulla vita privata dei militari e su tenori di vita. I premi legati al numero di arresti effettuati, vanno meglio pensati.
Il procuratore afferma che sbaglia chi parla di “sistema” di impunità ma anche solo di “mele marce” riferendosi ai carabinieri arrestati. De Paolis parla di “gruppi di delinquenti che fuori controllo diventano un vero e proprio focolaio capace di infettare l’intera caserma”.
Per questo, a suo dire, è necessario controllare e isolare e tutelare chi decide di denunciare. Per il Procuratore è arrivato il momento di prevedere, almeno per un certo periodo di tempo, la protezione dei testimoni /colleghi che denunciano garantendo loro la protezione. Bisogna tutelare le persone che segnalano le disfunzioni.
Perché l’arma dei carabinieri non appartiene alle forze armate? E l’etica che c’entra con l’arma di provenienza?