dallo spodestamento di Mu’ammar Gheddafi la Libia è territorio di «nessuno», con fronde che si combattono per la supremazia nel Governo dei territori;
l’Italia è presente con una missione, composta di circa 250 uomini, che lavora a protezione dell’ospedale da campo di Misurata e sostiene la guardia costiera libica impegnata a contrastare il traffico di armi ed esseri umani;

da tempo il Ministro della difesa Lorenzo Guerini aveva parlato dell’esigenza di una «riconfigurazione» delle missioni che potrebbe alla fine portare in Libia un numero maggiore di uomini e mezzi distogliendoli da altri scenari di crisi;
negli ultimi tempi l’Italia ha ricentrato i rapporti con le due fazioni che si contrappongono in Libia e ha avviato una serie di contatti anche con i Paesi che sostengono il generale Haftar;
qualche giorno fa, precisamente il 30 luglio 2020, un Hercules C 130 decollato da Pisa era atterrato alle 17.30 a Misurata con una trentina di soldati italiani a bordo: «Ad alcuni militari del Celio e della brigata Julia è stata però negata l’autorizzazione allo sbarco da parte delle autorità libiche, perché mancava sul loro passaporto il visto d’ingresso. Un caso di respingimento senza scrupoli, ridicolo e al tempo stesso umiliante» denuncia il senatore Enrico Aimi;
mentre alcuni militari sono potuti scendere, altri 17 sono dovuti ritornare in Patria; considerato che in Libia si ha un massimo di 400 uomini, 142 veicoli, 2 mezzi aerei e una nave nel porto di Tripoli in appoggio alla Guardia costiera nel contrasto alle partenze;
i nostri militari erano giunti per un cambio del contingente a Misurata, che gestisce l’ospedale da campo e altre attività di sicurezza –:
se il Governo intenda chiarire se la motivazione addotta in merito al respingimento di cui in premessa sia quella ufficiale;
per quali ragioni il Presidente del Consiglio dei ministri o i Ministri interrogati non abbiano ancora fornito ampi chiarimenti su questo accaduto;
quali iniziative politiche si intendano assumere affinché tali comportamenti umilianti da parte delle autorità libiche non abbiano più a ripetersi.
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