SMART WORKING PUBBLICA AMMINISTRAZIONE / CHI CONTROLLA IL CONTROLLATO? Facciamo a fidarci…? Puo’ essere sostenuto questo tipo di lavoro nei confronti dell’opinione pubblica sempre piu’ pressante e invasiva sull’operato del dipendente statale?

Roma, 15 nov 2020 – OLTRE POI ALLA VERIFICA E CERTIFICAZIONE DELLA PRODUTTIVITA’ SVOLTA, DELL’EFFETTIVO ORARIO DI LAVORO A CASA, DAL CONTROLLO CHE NON SIA UN ALTRO A SVOLGERE IL LAVORO DEL DIPENDENTE  E DEL NON ALLONTANAMENTO DA CASA IN ORARIO DI SMART WORKINK, CI SARANNO I FIGLI E I FIGLIASTRI. Chi sono questi figli e figliastri? Sono coloro che per tipologia di lavoro devono stare sempre in presenza e chi invece puo’ svolgere il suo lavoro serenamente da casa. E potremo anche assistere a favoritismi o dinieghi a secondo della simpatia o dell’appartenenza. Un privilegio per molti che sara’ vissuto male dagli altri che non possono svolgere lo smart working. Una soluzione potrebbe essere quella di pagare di piu’ quel personale che lavora in presenza, che ha molti piu’ disagi e rischi di chi invece se ne rimane a casa al caldo delle sue comodita’: dal mezzo di trasporto usato, dal traffico, dall’incidentistica sia durante il tragitto casa-lavoro che nell’ambiente di lavoro, dall’azzeramento del tempo per raggiungere il posto di lavoro, e dal mancato contatto con i colleghi/clientela/cittadini che spesso puo’ essere piu’ stressante.

Credo che sia impensabile che tutto cio’ si svolga secondo regole, quando rimane difficile controllare il personale anche sul posto di lavoro. Su questo aspetto ci sono migliaia e migliaia di cronache che ce lo raccontano.

Personalmente assisto quotidianamente a situazioni in cui molti colleghi militari e civili si battono per lavorare da casa in smart working, alla luce delle nuovi legge e disposizioni, quando invece anche in presenza non sono cosi tanto solerti  in iniziative lavorative e miglioramento del proprio incarico/lavoro.

E’ INTERESSANTE CAPIRE ANCHE IL PENSIERO DI TUTTI NOI, CHE IN QUESTO MONDO CI LAVORIAMO DA POCO O DA TANTO TEMPO E LO CONOSCIAMO MEGLIO DI ALTRI. SCRIVI IL TUO PENSIERO SUL FORM A FONDO PAGINA E SARA’ RESO SUBITO ON LINE.

Questo preambolo era per dare anche conoscenza del pensiero del Ministro della Funzione Pubblica, concesso di recente con una intervista al giornale ILTEMPO.IT

Pubblichiamo una parte dell’intervista, precisando che il documento completo lo puoi leggere collegandoti qui >>>

Ma dopo i furbetti del cartellino non c’è il rischio di una crescita dei furbetti del divano? Avete sistemi di controllo efficaci, dati o evidenze?
«Il furbetto è tale anche se lo si obbliga a stare alla scrivania o gli si mette una telecamera. Il furbetto va licenziato. Se pensiamo che crescano o diminuiscano in base alle scelte politiche generali e non in base alle scelte organizzative del dirigente, forse non abbiamo chiaro in mente cosa sia un ambiente di lavoro. Lo smartworking è uno strumento molto potente in mano alla dirigenza, una modalità che funziona per obiettivi misurabili, capace di stanare chi batte la fiacca». L’articolo completo lo trovi qui >>>

 

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