PESCATORI DI MAZARA DEL VALLO A PROCESSO DAVANTI TRIBUNALE MILITARE IN LIBIA

Roma, 13 dic 2020 – Sono passati molti giorni da quel 1° settembre quando i 18 pescatori di Mazara del Vallo con i due pescherecci Antartide e Medinea sono stati sequestrati dalle milizie libiche a circa 40 miglia a Nord di Bengasi, in acque internazionali, con l’accusa che non trova alcun fondamento nel diritto internazionale di aver pescato in acque interne libiche.

La grande operosità degli uomini del mare attraverso l’armatore Leonardo Gancitano del peschereccio Antartide affiancato dal capo del dipartimento Pesca della Lega della Regione Sicilia Giovanni Lo Coco e dall’avvocato Carola Matta ha di fatto dato via a una trattativa parallela che oggi appare come l’unica strada percorribile per riportare i pescatori a casa nel più breve tempo possibile.

Dopo aver nominato, su delega della stesso avvocato Matta, – riporta Vita.it – un codifensore libico sul posto secondo l’iter giudiziario e con visto del consolato libico a Milano, la trattativa “parallela” comincia a dare i suoi primi risultati ed entro la fine della prossima settimana (non si conosce ancora il giorno preciso) potrebbe già celebrarsi la prima udienza del processo per i nostri pescatori davanti al tribunale militare di Bengasi, che di fatto è il tribunale militare in mano al generale Haftar.

Dopo l’appello di Papa Francesco, che sin da subito ha dimostrato la propria vicinanza ai familiari e ai pescatori detenuti in Libia, il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero ha detto nei giorni scorsi: «Ora diciamo basta: è ora che chi di dovere intervenga, anche con corpi speciali, affinché i pescatori possano fare rientro nelle loro famiglie».

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