Soldatessa scompare e poi viene uccisa dopo aver raccontato di aver subito molestie sessuali durante il servizio

Roma, 15 dic 2020 – Vanessa Guillén, una soldatessa di vent’anni, aveva raccontato a sua madre di aver subìto ripetute molestie sessuali da soldati di grado superiore nella base militare di Fort Hood, in Texas. Aveva deciso di non denunciarli per paura di ritorsioni.

Ad aprile la donna è scomparsa e la sua famiglia, non soddisfatta delle risposte dell’esercito, ha parlato delle molestie con i politici locali e con i mezzi d’informazione. Due mesi dopo la scomparsa il corpo di Guillén è stato trovato, smembrato e sepolto vicino a un fiume, a trenta chilometri dalla base. In seguito si è saputo che il presunto assassino è uno dei soldati che l’avevano molestata.

L’hashtag #IAmVanessaGuillén si è rapidamente diffuso online. Soldati e ed ex soldati hanno condiviso le storie delle molestie sessuali e delle aggressioni subite nell’esercito. Il presidente Donald Trump ha promesso di aiutare la famiglia di Guillén. Negli ultimi anni la reputazione di Fort Hood è stata macchiata da aggressioni sessuali, suicidi, omicidi e due stragi con armi da fuoco, oltre che da una serie di arresti per prostituzione e sfruttamento sessuale di minori. Spinto dal clamore per la morte di Guillén e dalla consapevolezza dell’opinione pubblica degli episodi di violenza nella base, Ryan McCarthy, il segretario all’esercito degli Stati Uniti, ha chiesto a una commissione indipendente di indagare sulla gestione di Fort Hood.

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