LOTTA AL COVID- IL CONTRIBUTO DELLA MARINA MILITARE A TARANTO

Roma, 16 dic 2020 – La Marina è tornata a essere trincea per i tarantini. La forza armata, a cui è affidato il coordinamento del Centro ospedaliero militare è divenuto interforze, ha cambiato rapidamente i suoi assetti per accogliere, dal 23 novembre scorso, i pazienti contagiati dal Covid.

L’organizzazione procede seguendo rigidi protocolli. La zona rossa dell’ospedale militare di Taranto ricorda la centrale operativa di combattimento di una nave. Al posto dei radar per osservare il mare e la costa, ci sono decine di monitor. In questa sorta di «situation room» vi si arriva seguendo un lungo corridoio. Oltre quei monitor, ci sono i militari che si prendono cura di chi soffre. Sei medici, 16 infermieri, 6 operatori tecnico-sanitari, i fisioterapisti per la riabilitazione dei pazienti più anziani e un manipolo di indomite crocerossine.

Sotto osservazione ci sono i pazienti, 13 in questo periodo, guardati a vista dalle telecamere montate nelle rispettive stanze.

I posti letto messi a disposizione, d’intesa con la Asl di Taranto, sono 20. All’accoglienza dei pazienti si deve aggiungere l’attività che si svolge sul fronte della prevenzione.  C’è un laboratorio per processare i tamponi molecolari. Dall’8 novembre ad oggi sono stati certificati 1.700 esami».

Ma il contributo della Marina alla lotta al Covid non si esaurisce nel perimetro delle mura dell’ospedale militare di Taranto. «Siamo presenti in tutta la Puglia per effettuare tamponi sulla popolazione. In un mese ne abbiamo realizzati 24 mila», ha spiegato alla Gazzetta del Mezzogiorno il Capitano di vascello Salvatore Mendicini, coordinatore sanitario di Marina Sud e responsabile per la Puglia e la Basilicata dei «drive through» della Difesa. In Puglia ci sono 13 presìdi, dieci sono della Marina militare e 3 dell’Esercito.

L’apporto dei militari è notevole. «Quello che mi colpisce è l’entusiasmo con cui vedo lavorare i miei colleghi giovani. Sono arrivati qui dopo un corso di specializzazione per far fronte a questa emergenza. Nei loro occhi vedo l’orgoglio di chi sta lavorando ad una cosa importante.

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