
Il primo aspetto che fa riflettere e francamente lascia perplessi è la tempistica del provvedimento, emanato solo qualche giorno prima di lasciare il comando al generale Luzi. Sarebbe stato a nostro avviso più opportuno attendere l’insediamento del successore nonché concertare con le organizzazioni sindacali una decisione di tale portata e importanza che, di certo, dispiegherà i suoi effetti sull’organizzazione e sull’operatività dei reparti.
L’atteggiamento di noncuranza nei confronti delle organizzazioni sindacali militari, anche a mero titolo consultivo, continua ad essere indice di malcelata insofferenza verso chi, tra non molto, avrà l’onore e l’impegnativo compito di tutelare i militari e le loro famiglie. Ebbene, proprio pensando a quelle famiglie ci sentiamo di fornire il nostro contributo, anche se non richiesto, nel merito della scelta di avvicendare i comandanti di stazione dopo dieci anni di permanenza in una sede. Crediamo che sia una decisione tutto sommato condivisibile e utile ad evitare quei condizionamenti inevitabili che si verificano quando si lavora per troppo tempo, in posizioni di responsabilità, sullo stesso territorio.
Tuttavia, riteniamo utile porre al centro del confronto l’ipotesi di invertire l’impostazione data dal generale Nistri. Spieghiamo meglio: le stazioni dei carabinieri sono suddivise a fasce di basso, medio e alto impegno operativo che corrispondono verosimilmente a Comuni importanti che spesso coincidono con i comandi di compagnia in Comuni molto grossi o capoluoghi di provincia dotati di tutti i servizi, soprattutto le scuole, necessarie alle famiglie dei carabinieri. Dunque, si potrebbe pensare di avvicendare gli uomini non in base alla permanenza sul territorio ma in base alla progressione di carriera e del grado ricoperto.
I carabinieri di prima fascia dovrebbero essere tratti dai marescialli capi o in alternativa dai marescialli ordinari che, terminato il proprio servizio, potrebbero poi essere spostati ad una distanza relativamente breve in una stazione di medio impegno operativo per marescialli capi e maggiori in Comuni dove certamente c’è la presenza di scuole compatibili con l’impegno scolastico richiesto ai figli dal momento che il rapporto grado di lavoro – istituto scolastico è relativamente stabile e sempre uguale.
Per i luogotenenti, invece, i capoluoghi di provincia e le stazioni di compagnia in sedi dove normalmente c’è più di una scuola e di diverso tipo per potere soddisfare tutte le esigenze delle famiglie. Una organizzazione di questo tipo risolverebbe da una parte i problemi legati alla permanenza sul territorio e ai condizionamenti ad essa vincolati e, dall’altra, le esigenze familiari. Al giorno d’oggi, più spesso di quanto si pensi, si verificano situazioni paradossali come marescialli in sede vacante che comandano stazioni importanti e luogotenenti che hanno sempre prestato servizio in paesini con non più di mille abitanti.
Tutto ciò non ha alcun significato né dal punto di vista operativo né per la salvaguardia del benessere dei militari e non risponde alle esigenze ed ai punti di domanda – questi sì: sentiti e reali – che riguardano, ad esempio, la questione della lunga permanenza dei comandanti in alcuni territori in cui è quasi indispensabile garantire continuità per la grande complessità delle dinamiche territoriali ivi esistenti. Ciò è innegabile, ma è altrettanto evidente che queste eccezioni possano essere gestite con il meccanismo delle proroghe, se non addirittura formando degli elenchi di sedi che debbano essere considerate al di fuori dal contesto dei normali avvicendamenti, come avviene per le zone cosiddette disagiate. In ogni caso, riteniamo sia compito primario delle future organizzazioni sindacali, non appena formalmente operative, richiedere una riformulazione sia della circolare in oggetto che di quella sui reparti speciali, tenendo conto di tutte le potenziali situazioni disagevoli che si dovessero verificare.
Coordinamento nazionale SIULM carabinieri
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Al Coordinamento Nazionale SIULM Carabinieri mi permetto di ricordare che qualora venisse disposto un trasferimento d’ufficio dei Comandanti di Stazione in base al grado rivestito ed alla grandezza del Comando Stazione, allora sarebbe di fatto equiparare la loro categoria a quella dei signori ufficiali……. se così deve essere allora si inizi ad equiparali agli ufficiali anche sotto tutti gli altri aspetti a partire da quello economico ….. di progressione di carriera ecc… la verità è che spendere milioni di euro in un periodo di crisi sociale ed economica come questo per trasferire d’autorità migliaia di comandanti di stazione…… è di per se folle e insensato….. senza parlare dei problemi personali e familiari che ne deriverebbero in capo alle loro famiglie….. gettare via quell’insostituibile bagaglio di conoscenza del territorio accumulato negli anni dalla figura che forse meglio e più impersona i veri valori di vicinanza alle comunità è un danno enorme per tutti………..mi permetto poi di sollevare qualche critica sul merito e sul metodo della recente circolare del comandante generale il quale, oltre ad aver confermato la sua totale insensibilità nei confronti degli uomini che invece dovrebbe tutelare, adottando una misura (avente fra l’altro valore retroattivo) senza discuterla ne con i sindacati ne con il cocer…..adotta un provvedimento di tale portata a pochi giorni dalla fine del suo mandato……un comandante generale che adotta una misura anti corruzione…… qualsiasi altro carabiniere indagato verrebbe immediatamente sospeso dal servizio……ma ovviamente ciò non vale per il signor generale comandante………mi auguro che l’intera rappresentanza sindacale unita al cocer esprima con forza l’assurdità di questa circolare….. per il bene dell’Arma dei Carabinieri e delle comunità in cui da anni operano con sacrificio e dedizione i Comandanti di Stazione…..andrebbero incentivate le lunghe permanenze dei comandanti di stazione altro che demonizzate…… evito poi di addentrarmi in aspetti correlati alle differenze di trattamento fra comandanti di NORM e vari uffici che non verrebbero toccati da questa assurda circolare…… caro sindacato si assiste già da anni ad una progressiva emorragia nel ruolo dei comandanti di stazione non più ambito e voluto dai giovani marescialli…… si è forse qualcuno chiesto il motivo? se dovesse passare questa assurda circolare staremo a vedere quanti ancora vorranno svolgere quell’incarico…… potrei scrivere per ore sui demansionamenti, lo scarico di responsabilità, le stagnazioni di carriera subite negli anni dai comandanti di stazione….. fermo restando poi usare in ogni occasione ipocrite parole di elogio nei loro confronti…..chi vuole capire ha capito…….
Stato di fatto…..
“gettare via quell’insostituibile bagaglio di conoscenza del territorio accumulato negli anni dalla figura che forse meglio e più impersona i veri valori di vicinanza alle comunità è un danno enorme per tutti”
Scusate, ma danno enorme danno de che, a chi?
Ma poi, che fanno, il bagaglio di conoscenza acquisito lo accumolano senza condividerlo con altri membri appartenenti alle stazioni o comandi superiori? Che senso ha?
La stazione non è proprietà privata del maresciallo.
Perciò un comandante di stazione non dovrebbe andare mai neanche in pensione?
Smettiamola, secondo me devono ruotare, meglio ancora ogni 5 anni.
La differenza di chi fa servizio in un posto di mare turistico e l’altro che accumola esperienze in un comune sperduto in aspromonte e abissale.
Il mio personale parere… Pur non avendo sul bavero gli alamari dell Arma… È che gli appartenenti a FFAA e Corpi di Polizia… Fino a giungere a qualsiasi impiego di tipologia Statale dovrebbero cambiare sede di Servizio ogni 5, max 7 anni.
Chi presta Servizio per lo Stato non dovrebbe avere nessuna remora a farlo letteralmente su tutto il territorio nazionale isole comprese anche se titolare del cosiddetto art. di legge 104…la pubblica sanità è presenta su tutto il territorio… Non solo su quello che piace di più al singolo. Naturalmente a dare il dovuto esempio dovrebbero essere gli ufficiali e dirigenti di qualsiasi ruolo, esempio che spesso manca o è applicato al contrario. Altra misura che credo sia necessaria, però è un conseguente adeguamento al costo reale della vita in cui sia prevista la copertura delle reali spese per affitti e spostamenti e che consideri anche la difficolta/impossibilità per le mogli o eventuali mariti nel trovare un impiego stabile, nonché per il continuo disagio di non poter “mettere radici” fino all atto del congedo… Peccato però, che nella realtà non si usufruisce nemmeno più di sconti sui treni nel corso di una licenza, perché c è da dire il vero anche su quest altra sponda. Tuttavia credo di non esagerare dicendo che far parte delle Forze di Polizia e Forze Armata costituisca una condizione particolare che bisognerebbe valutare a fondo ed accettare in toto, quando si compila la domanda di partecipazione a selezione, anche negli aspetti meno piacevoli e di conseguenza anche le famiglie si devono adattare al particolare impiego di chi indossa un uniforme.
Non sono né un alto ufficiale… Un ufficiale intermedio… O un dirigente… Sono della cosiddetta “bassa forza”…e quindi con tutte le delusioni che ciò può comportare, però troppe volte ho visto e patito “personalizzazioni” del Servizio, a tutti i livelli gerarchici, da parte di tanti elementi scaltri, che permanendo per molti anni nella medesima sede, talvolta per l intera carriera, si sono appropriati letteralmente di infrastrutture, mezzi, fondi ed anche di personale, assoggettando tutto e tutti alle proprie ” personali esigenze”.
Una continua rotazione del personale, estesa a tutti e senza eccezioni, ma che sia reale e non “italianizzata”, non da un ufficio all altro ma possibilmente distante qualche centinaio di km, porterebbe senza alcun dubbio “aria pulita” e possibilità di nuove esperienze per chi accetta realmente ogni aspetto della propria e particolare condizione di servitore dello Stato, inteso prima come Popolo che come istituzioni burocratiche, mentre per individui scaltri, che purtroppo non ci mancano, come le recenti cronache ci raccontano, tale condizione di costante precarietà sarebbe un notevole ostacolo al raggiungimento di illeciti fini personali.
Queste considerazioni derivano dalla mia personale esperienza, prima come figlio di un militare, come me di bassa forza, che hoha affrontato appena 19 ( proprio così, 19) trasferimenti, di cui 17 d’ordine,(insieme a tutta la famiglia!) e poi da adulto, per il mio servizio, con altri 5 cambi di sede, pochi a confronto dei 19 ( specie considerando che all epoca degli stessi non era prevista la cosiddetta legge 100), ma tanti rispetto a moltissimi, anzi troppi, che sono nella stessa sede da sempre. Cambiare sede di servizio è certo una difficoltà ma anche un forte stimolo di crescita professionale e personale, anche per le nostre famiglie. Questo è il mio pensiero, comprensivo comunque, di una profonda e convinta stima per l Arma dei Carabinieri e dei Marescialli Comandanti di Stazione. A voi rappresentanti sindacali, istituzione finalmente giunta anche tra le nostre fila malgrado il continuo e forte contrasto delle alte gerarchie appoggiate da una cospicua parte dei partiti politici, a Voi rivolgo l invito di battervi contro i soprusi veri, le storture che ogni giorno sono attuate contro molti di noi, contro l iniquità dei livelli remunerativi, ma anche contro l appiattimento avvenuto negli ultimi due decenni, gradi a tutti, nessuna differenza tra chi realmente svolge incarichi rischiosi ed operativi e chi fa vita da impiegato con le stellette o con le mostrine dei corpi di polizia. Ed è proprio in questo fondo di ricercato appiattimento che sguazzano le furbate di chi, tanto per fare un esempio, ha architettato l estensione al ruolo dirigenziale di tutti gli ufficiali col grado di maggiore e relative figure equipollenti con aumenti stipendiali netti mensili di circa 600/700 euro… Così, come se nulla fosse.
caro Sig. Giorgio si usa dire che l’opinione altrui, per quanto sciocca, merita sempre di essere ascoltata……le tue parole evidentemente provengono da chi non ha la più pallida idea di cosa significhi oggi comandare una stazione dei carabinieri, ne delle enormi incombenze e responsabilità legate a questo delicato e fondamentale ruolo…… come mi piace sempre dire bisognerebbe sempre viverle le situazioni per poterle giudicare….. ma proverò a venire nel merito: il danno a cui mi riferivo era rivolto a quelle migliaia di cittadini che vivono soprattutto nei piccoli paesi, ma non solo, che vedono nella figura del comandante di stazione un punto di riferimento, in tutti i sensi, per i loro problemi di ogni giorno e, tante volte anche solo per un consiglio di una persona autoritaria e autorevole che si siede ad ascoltarli….. fammi un esempio oggi di un’altra figura in questo paese che svolge questa funzione….. semplicemente non esiste….. ma è chiaro che questa conoscenza e questa confidenza con la popolazione si acquisisce con gli anni…. con la presenza sul posto e con l’esempio…….poi dici che il bagaglio di conoscenze da loro acquisito non viene condiviso con i superiori o con gli altri comandi……. ovviamente non sai di cosa parli……da sempre i comandanti di stazione svolgono la primaria funzione di raccordo e diretto riscontro con i loro superiori…. avendo tra l’altro l’obbligo giuridico di riferire loro le notizie di interesse acquisite…… anche gli altri militari del reparto vengono ovviamente informati delle attività svolte quasi sempre in piena simbiosi con i comandanti di stazione…….credo che alle tue affermazioni circa la proprietà privata della caserma ed il fatto che i comandanti di stazione non dovrebbero andare in pensione….. non volendo essere offensivo…… mi limito a non rispondere, certo che ogni persona di buon senso abbia capito……anche la tua proposta di rotazione ogni 5 anni ovviamente è risibile…..potrei scrivere per ore sui costi che lo stato dovrebbe affrontare con una simile misura, sui danni che essa provocherebbe e sulle enormi difficoltà di carattere logistico che comporterebbe….. ma preferisco evitare per le motivazioni sopra espresse…….da ultimo citi un’ovvietà relativa alle enormi differenze di chi fa servizio in località altamente operative rispetto a chi lavora in luoghi meno impegnati….. e dunque? puniamo tutti quei marescialli mandandoli in aspromonte……. anche questa affermazione, a rispetto del buon senso non merita ulteriori repliche…… i comandanti di stazione stanchi di fare servizio in luoghi ad alto impegno operativo posso decidere liberamente da sempre di fare domanda per andare altrove….. senza bisogno di una circolare di un comandante generale ed a fine mandato che li obbliga a farlo…….infine mi limito a ricordarti che l’eventuale trasferimento disposto d’autorità non sarebbe mai fuori regione ma quasi sempre nell’ambito della stessa provincia…… mi spieghi l’utilità? ….. mi fermo qui…. sperando che le tante tantissime persone ragionevoli e di buon senso (che per fortuna sono la maggioranza) capiscano l’assurdità di quanto, per l’ennesima volta, una casta privilegiata e fuori dalla realtà sta per commettere…..
apprezzo molto il pensiero dell’amico “nessuno” il quale, a differenza di altri parla con cognizione causa…… mi permetto solo di dire che, caro amico, condivido molte delle tue affermazioni….. ma, come tu stesso dici, se si vuole equiparare i comandanti di stazione ai signori ufficiali in quanto a mobilità, lo si deve fare anche sotto tutti gli altri aspetti…. retributivo, di carriera, logistico e quant’altro….. ma rivolgo a te che sei della categoria: ti sembra possibile attuare qualcosa de genere in italia? viepiù in un momento di crisi economica e sociale come questo? caro amico, sarò un povero disilluso ma sono convinto che la casta nel nostro paese ci sarà sempre e dietro una falsa ed ipocrita rappresentazione della realtà, tenderà sempre a mantenere i propri privilegi…… se poi si vuole rappresentare come casta i comandanti di stazione….. allora meglio che non aggiunga altro……io credo che le poche, pochissime mele marce nell’arma ci sono sempre state e ci saranno sempre…… 5, 10, 20 anni di permanenza o 20 giorni non potranno mai impedire a chi, delinquente, si nasconde dietro una divisa per fare i suoi loschi interessi….. se mai ciò potrebbe essere fattivamente contrastato se chi, i signori ufficiali, pagati profumatamente per fare solo quello, esercitassero una vera azione di controllo sui loro sottoposti, ma, caso cucchi docet, tutti ad insabbiare ovviamente……io non ho preconcetti su nessuna modifica dei regolamenti purchè avvenga con le dovute argomentazioni, approfondimenti e confronti…… non con una circolare adottata nottetempo da un comandante generale a fine mandato e la cui credibilità è minata da tre anni di azione di comando fallimentare sotto tutti gli aspetti……nessuno stimolo, nessun miglioramento per chi di punto in bianco si vede stravolta la vita con un provvedimento inutile, costoso e dannoso, che peraltro ha valore retroattivo…… anni bui attendono questa istituzione…… mi auguro solo che il nuovo comandante generale abbia in dote il dono più grande dell’uomo: SAPER ASCOLTARE.