Roma, 16 gen 2021 – Un compleanno davvero speciale è stato celebrato questo mercoledì, con tutti gli onori possibili a Buttapietra in provincia di Verona.
Si tratta del compimento di cento anni di Olindo Bussi, il quale, oltre ad essere invidiabile per la propria età a tre cifre e per la buona salute, è anche uno dei pochi testimoni viventi di una storia insieme gloriosa e terribile.
Olindo, infatti, è uno dei soli quattro reduci veronesi ancora viventi della divisione Acqui, il reparto che fu sterminato dai tedeschi dopo che si era rifiutato di cedere le armi in seguito all’armistizio del 1943, durante la Seconda Guerra mondiale.
Bussi da quell’eccidio si è salvato per una fortunata casualità. Chiamato alle armi a 19 anni ed inviato dopo pochi mesi a Corfù, era il 1941, ha avuto un’unica licenza nei suoi cinque anni di militare. È accaduto proprio nei giorni della fine del regime fascista e quando, dopo l’8 settembre, si è presentato al porto di Brindisi per l’imbarco sulla nave diretta all’isola greca, ha dovuto restare a terra.
In quei giorni, gli stessi in cui si consumava l’eccidio nazista, i natanti italo-tedeschi non partivano perché erano oggetto di attacchi da parte di sommergibili alleati che stazionavano del canale d’Otranto. Una situazione di cui lo stesso Olindo è stato testimone, avendo visto tratto in salvo un suo commilitone che era partito sulla nave Città di Spezia.
Anche se scampato a quello che è poi passato agli annali come uno dei più truculenti episodi della già terribile Seconda Guerra mondiale, il fante di Buttapietra è riuscito a tornare a casa solo il 15 marzo del 1946, dopo aver risalito lo stivale con i reparti assistenza profughi.