Roma, 25 gen 2021 – Lettera SINAFI inviata al Presidente del Fondo Assistenza Finanzieri e al Comando Generale in data 15 settembre 2020, con la quale é stata richiesta, in forza a diverse motivazioni tecnico-giuridiche, l’erogazione dei sussidi COVID-19 anche al personale del Corpo che ha contratto il virus e che tuttavia non ha avuto la possibilità di essere sottoposto a tampone rinofaringeo. Personale che era stato precedentemente escluso sia dai sussidi, sia dalla polizza UNIPOL:
“Questa Organizzazione sindacale ritiene imprescindibile, è il diritto dell’appartenente al Corpo, che ha contratto la patologia, al riconoscimento della causa di servizio anche qualora sia stato posto in un periodo di quarantena/convalescenza/riposo medico seppur con diagnosi generica, non specifica e definita, poiché non sottoposto a tampone faringeo a causa di evidenti difficoltà emergenziali del momento, peraltro non attribuibili ad esso, ma in possesso di test sierologico e di altra documentazione sanitaria dalla quale si evinca lo stato pregresso della patologia.
Per tale fattispecie è opportuno riportare, in sintesi, l’allora orientamento dell’INAIL:
“La qualificazione di Covid 19, quale infortunio assistibile, è oggi fondata sulla positività del test di conferma. Allo stato, tuttavia, la diagnosi di sospetto clinico, data la variabilità di quadri e la sovrapposizione con altri processi morbosi, non è da sola utile per l’ammissione a tutela infortunistica.
Tuttavia, stante la nota incostanza o assenza dell’effettuazione del test con tampone, legata alle difficoltà operative esistenti in fase emergenziale, può intendersi per conferma diagnostica ai fini medico-legali-indennitari, la ricorrenza di un quadro clinico suggestivo di Covid 19, accompagnato da una rilevazione strumentale altrettanto suggestiva, in compresenza di elementi anamnestico-circostanziali ed epidemiologici dirimenti. Potrà confermare tale tesi di diagnosi da Covid 19, pertanto, il risultato del test sierologico effettuato”.
La stessa comunità scientifica, infatti, ha tenuto a precisare che a differenza del tampone le cui finalità sono quelle di individuare la presenza del coronavirus all’interno delle mucose respiratorie, i test sierologici servono ad individuare tutti quei soggetti che sono entrati in contatto con il virus. La lettera completa puoi continuare a leggerla qui >>>
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