Contratti fermi, precariato, riforma sulla previdenza e legge sul sindacato, Itamil – Esercito Italiano: “Troppe istanze disattese per irresponsabilità politica. Sì a governo di alto spessore, non abbiamo tempo per assistere a giochetti di poltrone”

Roma, 4 feb 2021 – Comunicato stampa ITAMIL. “Sosteniamo la saggia decisione del Presidente della Repubblica, prof. Sergio Mattarella, che ha indicato il dottor Mario Draghi come guida del Governo tecnico. Ricordiamo che a causa della caduta sia del primo che del secondo governo Conte, sono rimasti congelati il rinnovo dei contratti, i concorsi regolari e straordinari per il passaggio in servizio permanente dei Volontari, la legge sul sindacato e, non per ultimo, abbiamo subito dei pessimi correttivi sul riordino delle carriere”. È quanto si legge in una nota diffusa dal sindacato “Itamil – Esercito
Italiano”.

“Avremo finalmente un governo di qualità, che auspichiamo si attivi per porre in essere il
rinnovo dei contratti del pubblico impiego, tanto attesi da noi componenti delle Forze Armate – recita il testo -. Urge una riforma della previdenza, dato che con la riforma pensionistica della legge Dini, intere generazioni di lavoratrici e lavoratori saranno condannati a pensioni misere.

Inoltre, non è possibile esistano volontari con oltre 10 anni di precariato che transitano in servizio permanente all’età di 33 anni. Abbiamo, per troppo tempo, assistito all’incapacità o alla mancanza di volontà, da parte della classe politica, di definire una legge sui sindacati militari, ormai eternamente ferma al Senato. Un trambusto in cui pesa il modus operandi del Ministero della Difesa che non ascolta e non risponde alle istanze trasmesse dai sindacati militari riconosciuti dalla sentenza 120 e il decreto ministeriale, favorendo il costante sorgere di incomprensioni sfocianti in ricorsi al Tar ed articoli di stampa.

Qualcosa non funziona e ne paga le conseguenze l’immagine dell’intera istituzione, in chiaro contrasto con la volontà messa in risalto in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario amministrativo. Ci auguriamo – in conclusione – che la politica ci dia le risposte concrete celermente”.

 

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