Ostacolati dai superiori mentre cercavamo Provenzano e Messina Denaro”: assolti due carabinieri dall’accusa di calunnia

Roma, 15 lug 2021 – Assolti perché “il fatto non costituisce reato”. Per la quinta sezione penale del Tribunale di Palermo, il maresciallo dei carabinieri S. M. e il collega S. F. non hanno calunniato né diffamato gli ufficiali dell’Arma. I due militari erano sotto processo – con le accuse di calunnia e diffamazione – per aver denunciato di essere stati ostacolati dai colleghi mentre cercavano di arrestare i super latitanti di Cosa nostra Bernardo Provenzano (morto in carcere nel 2016) e Matteo Messina Denaro (tuttora a piede libero).

“Sono stato sempre convinto dell’onestà, del coraggio e della correttezza ”, commenta il pm antimafia e consigliere del Csm Nino Di Matteo, di cui il maresciallo S.M. è stato storico caposcorta. “Eravamo certi che sarebbe stata una sentenza di assoluzione, perché l’istruzione dibattimentale ha fatto emergere l’innocenza degli imputati: la condotta contestata non costituisce reato, dal momento che i nostri testimoni hanno ampiamente confermato che le indagini non venivano svolte in maniera compiuta“, dichiarano i legali. Nell’udienza del 23 maggio scorso, anche il pubblico ministero Pierangelo Padova aveva concluso chiedendo l’assoluzione.

“A chi attende di veder passare anche il mio cadavere sul fiume, nel momento del rinvio a giudizio – dico di avere fatto sempre, fino in fondo ed esclusivamente, il mio dovere di carabiniere e di uomo, a differenza di chi oggi non ricorda o non vuole ricordare, ha chiosato il Maresciallo.

Ho sempre dormito sonni tranquilli e continuerà ad essere così, poiché sono fermamente convinto che questo processo sarà un’occasione importante per far luce su fatti molto rilevanti e pagine buie della storia del nostro Paese. Una storia che riguarda tutti noi, una verità che tutti hanno il diritto di conoscere” (FONTE>>>>>).

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