Roma, 23 mar 2022 – Nel corso della puntata di “Non è l’Arena” di domenica 20 marzo, è andata in onda un’interessantissima e scoppiettante intervista ad Andrew Spannaus, esperto di geopolitica. Spannaus, che parla perfettamente italiano, ha confermato quello che era apparso chiaro a molti dopo lo scoppio della guerra vera in Ucraina, ossia che gli Stati Uniti avevano già previsto tutto e che in qualche modo avevano preparato le contromisure e – per così dire – fatto in modo che l’azione di Putin prendesse proprio questa piega. Gli americani, dunque, sapevano tutto da mesi e quindi avevano preparato gli ucraini alla resistenza che ha prodotto il pantano in cui si è infilato Vladimir Putin.
Il leader russo è infatti ora costretto a continuare una guerra che nei suoi piani originari doveva essere rapida e quasi indolore. “C’è stato un errore politico dell’Occidente – ha dichiarato Spannaus – non rendersi conto di quanto sia fondamentale per la Russia quella zona di cuscinetto. Trattare la Russia come un paese poco importante è piuttosto pericoloso, ma la difesa ucraina sta procedendo come pianificato dagli Usa”. Perché come pianificato dagli Usa? E in che senso “pianificato”?
Spannaus spiega che c’è un “progetto Usa per creare la resistenza nei paesi dell’Est in caso di invasione russa. Hanno addestrato le forze speciali e i soldati, hanno anche creato un programma per un ponte tra esercito e popolazione civile per resistere. Il più grande errore di Putin è di aver invaso tutto il paese: poteva occupare soltanto il Donbass, adesso la minaccia russa è spuntata”.
“Invadere i paesi baltici? Ma dove vai… La genialità della strategia americana è stata chiamare il bluff. La Cia è coinvolta in tutto questo? Certo, ha avuto un ruolo principale nel gestire questa crisi dall’anno scorso in poi, ha capito cosa voleva fare Putin”. <<<FONTE>>>