Roma, 1 apr 2022 – Se un risparmio c’è stato è quello che risale all’ormai lontano 2015. E gli istogrammi che corredano i bilanci lo mostrano con precisione: quell’anno sì le spese per la Difesa hanno registrato un continuo e consistente segno meno, raggiungendo i 19,3 miliardi di euro, che di fatto rappresentano la soglia più bassa del grafico dell’ultimo decennio.
Da quel momento in poi il trend è stato più o meno costante e sempre tendente al rialzo. E quando a Palazzo Chigi è arrivato Giuseppe Conte, con Elisabetta Trenta incaricata di guidare il Ministero della Difesa, i conti delle spese delle forze armate sono cresciute: del 2,8% nella categoria personale, dell’11,6 alla voce esercizio e del 7,7 sugli investimenti.
Dal 2018 in poi, i due governi guidati dall’ex avvocato del popolo, hanno pianificato di mettere a disposizione dei militari una cifra sempre più alta. I conti su carri armati, sistemi di difesa tradizionali e tecnologi, su munizioni e attività cyber non sono semplici da sintetizzare. E neppure da decifrare. Anche perché all’attività delle quattro forze armate concorrono tre ministeri: quello della Difesa, ma anche quello dell’Economia e pure quello dello Sviluppo economico.
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