GREN PASS – DECRETO LEGGE DEL 16 SETTEMBRE. Obbligo per i dipendenti pubblici, militari compresi, di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde COVID-19. RICHIESTA DI ADOZIONE DI IDONEE MISURE DI TUTELA DI TUTTO IL PERSONALE MILITARE.

Roma, 23 set 2021 – COMUNICATO STAMPA DEL SINDACATO NAZIONALE GUARDIACOSTE. Il Presidente della Repubblica in data 22 settembre c.a. ha firmato ed emanato il decreto legge che impone l’obbligo del certificato verde (pseudo passaporto vaccinale) per il lavoro pubblico e privato. Questa Organizzazione Sindacale non può esimersi da intervenire in ordine all’annosa quaestio derivante dall’adozione del c.d. green pass, laddove dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre 2021 sussiste l’obbligo per i dipendenti pubblici di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde COVID-19 di cui all’articolo 9, comma 2, ai fini dell’accesso nei luoghi in cui gli stessi svolgono l’attività lavorativa.

Tra i soggetti destinatari dell’obbligo è ricompreso il personale delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, tra cui gli appartenenti alla Marina Militare, compresa la Guardia Costiera.

Il SINAG già in occasione dell’approvazione del Decreto Legge n. 105 del 23 luglio 2021 è intervenuto inviando apposita missiva al Capo di Stato Maggiore, con la quale sono state segnalate talune forme di discriminazione tra personale vaccinato e non, riferito all’accesso alle mense di servizio, per cui veniva chiesto di garantire tamponi gratuiti per i non vaccinati, nonché anche per i vaccinati al fine di garantire un costante monitoraggio della salubrità degli ambienti di servizio.

La scrivente O.S. consapevole del momento particolarmente complesso e delicato che il Paese sta vivendo a causa della pandemia, nonché dell’importanza del rispetto delle misure di contrasto e prevenzione adottate, ha determinato di non assumere alcuna posizione ideologica riguardo alla validità della vaccinazione, quale strumento utile per contrastare la diffusione del Covid-19, né alcuna tesi divergente da quella proposta dalla comunità scientifica e dall’autorità governativa.

Tuttavia dovendo ottemperare al proprio dovere di rappresentanza del personale iscritto, nonché quale parte sociale del personale di categoria in genere della Forza Armata, sente l’obbligo di evidenziare lo stato di profondo disagio e disorientamento che sta insorgendo tra il personale militare interessato, derivante dalle discriminazioni tra personale vaccinato e non, soprattutto in questo frangente e per queste delicate e complesse tematiche che impattano anche sui diritti fondamentali.

E’ d’uopo ricordare che tale discriminazione di fatto è palesemente in contrasto con l’art. 1 della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione, l’art.21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, titolato “NON DISCRIMINAZIONE“, l’art. 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, l’art. 14   della Convenzione Europea sui Diritti Umani, l’art. 2 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.

Le possibili discriminazioni, derivanti dall’esito dell’applicazione del D.L. 16.09.2020 (emanato in data 21.09.2021 in corso di pubblicazione sulla G.U.R.I.), dirette o indirette di personale militare che non sia vaccinato o che abbia scelto di non essere vaccinato sono antitetiche a quanto sancito all’articolo 36 del Regolamento 2021/953 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 giugno 2021 e s.m.i.

Oggi con l’introduzione del c.d. “SUPER GREEN PASS”, ovvero l’obbligo della certificazione verde per l’accesso al mondo del lavoro, si è cristallizzata di fatto che questa forma discriminazione è divenuta maggiormente evidente, considerato che il personale non vaccinato per svolgere il proprio servizio deve sottoporsi a tamponi antigenici rapidi a proprie spese, benché i prezzi siano stati calmierati, producendo un considerevole improvviso aggravio economico sul proprio bilancio familiare.

Alla luce di tali contingenze, nell’ambito delle proprie competenze di rappresentanza sindacale sulle questioni d’interesse al fine di scongiurare le possibili discriminazioni di cui trattasi, il SI.NA.G.chiede al Ministro della Difesa ed allo Stato Maggiore della Marina, ivi compreso al Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, la messa a disposizione di test antigenici rapidi sars covid 19 gratuitamente a favore del personale militare che non abbia aderito alla campagna vaccinale a vario motivo.

Ulteriormente per garantire il corretto monitoraggio della salubrità dei luoghi di lavoro/servizio, così come prescritto dal D.lgs. 81/2008, si richiede di valutare la previsione di sottoporre a tamponi periodici anche il personale vaccinato, considerato che lo stesso può contagiarsi e conseguenzialmente può contagiare alla pari del personale non vaccinato, anche in funzione che il solo possesso del green pass (da vaccinazione) resterebbe sprovvisto di vigilanza sanitaria.

Dall’intero apparato di governo, dagli ambiti della politica dei due rami del parlamento e dalle istituzioni in generale giungono quotidianamente inviti alla responsabilità civica invitando la popolazione a vaccinarsi per senso di RESPONSABILITA’. Allo stato attuale, tolta una minoranza negazionista della validità dei vaccini in genere, una residua parte del paese, ivi compresi migliaia di militari, per dubbi/paure/incertezze/confusione ingenerati dai media e dai vari canali social continua a non voler aderire alla campagna vaccinale. In particolare da parte di numerosi nostri iscritti è stata rappresentata una palese perplessità derivante dalla c.d. manleva di responsabilità dello Stato da sottoscrivere nell’apposito modulo all’atto dell’inoculazione del vaccino, ovvero la deliberata assunzione di responsabilità da riporre esclusivamente in capo dell’interessato in caso di reazioni avverse che dovessero verificarsi a seguito della vaccinazione.

Orbene se le istituzioni chiedono RESPONSABILITA’ anche al personale militare il Sindacato Nazionale Guardia coste chiede alle Istituzioni di assumersi analoga RESPONSABILITA’ nei confronti del personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia, militari e civili, garantendo le dovute tutele in caso di eventuali danni derivanti da possibili reazioni avverse ai vaccini. Con questo gesto di RESPONSABILITA’ delle Istituzioni si potrebbe vedere superato quell’ultimo baluardo di dubbi e perplessità che è presente nel personale non vaccinato nei confronti della campagna vaccinale.

Lo Stato dimostri di tutelare e garantire i diritti fondamentali degli italiani in divisa, garantendo le libertà costituzionali, i quali quotidianamente si espongono e si sacrificano per garantire la tutela dei cittadini e delle libere istituzioni, diversamente si dimostrerebbe che il green pass è uno strumento surrettizio per aggirare l’impossibilità all’introduzione dell’obbligo vaccinale.

Con tale assunzione di responsabilità sicuramente saranno superate moltissime perplessità e dubbi stillati nel personale che ancora non ha aderito alla campagna vaccinale, potendo, così facendo, produrre una completa adesione alla campagna vaccinale.

Roma, 22 Settembre2021

La Segreteria Nazionale del SI.NA.G.

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