COME CI HANNO RIDOTTI? Puo’ essere considerato povero anche chi ha un lavoro!

Roma, 20 gen 2022 – E ANCHE LO STATO NON FA NULLA PER RIDARE LA DIGNITA’ PERDUTA AI SUOI LAVORATORI. Per militari e poliziotti aumenti da fame, gia’ fermi da oltre 10 anni. Stessa sorte per gli altri 3 milioni di Statali. Ma nel privato va anche peggio.

Gli aumenti approvati da contratto 2019/21, che saranno aplicati in busta paga tra qualche mese (forse da marzo 2022), sono nell’ordine di circa 2 euro nette al giorno, ma gia’ ampiamente “mangiati” dall’aumento dell’inflazione (costo della vita). E VANTI COSI!

Il rapporto SU LAVORO E POVERTA’.
Povero il 12% dei lavoratori. Orlando: «È ora di agire». Uno studio del gruppo di lavoro costituito dal ministro indica un peggioramento della situazione rispetto a una media Ue al 9,2%.

n Italia più di un lavoratore su dieci si trova in situazione di povertà e circa un quarto ha una retribuzione individuale bassa. Un fenomeno che risulta più marcato anche nella comparazione con gli altri Stati europei. Nel 2019 – secondo Eurostat – l’11,8% dei lavoratori italiani era povero, contro una media Ue del 9,2%. A smentire il luogo comune che vorrebbe la povertà legata alla mancanza di un lavoro è la Commissione sugli interventi e le misure di contrasto alla povertà lavorativa in Italia del ministero del Lavoro, che ieri ha presentato il suo rapporto conclusivo 2021. «Sul lavoro povero non si può rimanere senza fare niente – ha spiegato il ministro del Lavoro Andrea Orlando –. Rimanere fermi vuol dire accettare l’idea del lavoro povero. Non si può dire che non si fa nulla sulla rappresentanza e che non si fa nulla sul salario minimo. Non c’è ancora il dato aggiornato, ma credo che ci sarà un’accentuazione del fenomeno. Sicuramente con la pandemia la situazione non è migliorata. Abbiamo in parte scongiurato un’emergenza sociale. Anche se il lavoro povero riguarda soprattutto giovani e donne».

La povertà, infatti, per l’economista Andrea Garnero – che ha presentato il rapporto – «è il risultato di un processo che va ben oltre il salario e che riguarda i tempi di lavoro, quante ore a settimana e quante settimane in un anno; la composizione familiare, in particolare quante persone percepiscono un reddito all’interno del nucleo; il ruolo redistributivo giocato dallo Stato». Per questo le categorie più a rischio sono i lavoratori occupati solo pochi mesi all’anno o a tempo parziale o ancora i lavoratori autonomi, monoreddito e con figli a carico. È per questa sua natura che la povertà lavorativa necessita di una strategia complessa che preveda la contemporanea messa a terra di una molteplicità di strumenti con cui sostenere i redditi individuali, aumentare il numero di percettori di reddito e assicurare un sistema redistributivo ben mirato. L’ARTICOLO CONTINUA QUI >>>

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One thought on “COME CI HANNO RIDOTTI? Puo’ essere considerato povero anche chi ha un lavoro!”

  1. reddito di cittadinanza.. buoni spesa.. bonus di ogni genere.. proroga mandato per la rappresentanza .. tutto coi i soldi risparmiati di un vero rinnovo contrattuale

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