Tirò un calcio alla recluta per una merendina trovata nell’armadietto: condanna definitiva a cinque mesi a un sergente in servizio a Verona

Roma, 14 apr 2022 – Nei giorni scorsi, la Corte di Cassazione ha depositato la sentenza con cui ad un sergente degli Alpini è stata confermata la condanna già inflitta in precedenza dal tribunale militare di Verona e dalla Corte d’Appello di Roma. Il sottufficiale, un 42enne, è stato  ritenuto colpevole di violenza contro un inferiore e per lui la pena (sospesa) è di cinque mesi e dieci giorni di reclusione militare con una sanzione di tremila euro.

La vicenda, riportata da Andrea Priante sul Corriere di Verona, ha inizio il 14 dicembre 2017. In quel giorno, il comandante di compagnia aveva ordinato un controllo ed il sergente, durante la sua ispezione, trovò in un armadietto un pacchetto di merendine, cibo vietato da regolamenti interni. Per punizione, il sottufficiale obbligò tutti gli alpini della camerata di eseguire delle flessioni. Un giovane non avrebbe svolto correttamente l’esercizio e per questo sarebbe stato colpito dal sergente con un calcio al costato.

La vittima ha riferito di non essere andato subito al pronto soccorso perché temeva che a causa dei giorni di prognosi non potesse partecipare al giuramento. Il ragazzo si presentò al pronto soccorso di Verona cinque giorni dopo il fatto ed i medici riscontrarono una contusione toracica.

Il referto dei medici è stato determinante durante il processo, insieme alle testimonianze degli altri alpini presenti nella camerata. I compagni della vittima non hanno visto il calcio perché impegnati nelle flessioni, ma hanno constatato le immediate conseguenze del gesto. Gesto che è stato negato dall’imputato, la cui difesa però non ha convinto i giudici nei tre gradi del procedimento. <<<FONTE>>>

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