Roma, 9 giu 2022 – I giudici d’Appello della Corte dei conti hanno confermato la condanna di primo grado nei confronti di un appuntato dell’arma dei carabinieri a restituire circa di 135 mila euro.
In questa somma sono compresi 102 mila euro, relativi a “quanto indebitamente corrisposto al convenuto a titolo di indennità e rimborsi per spese di missione mai sostenute”. Inoltre comprendono anche “quanto non meno indebitamente, al militare infedele ha percepito quale retribuzione, stante l’assenza dal servizio prestato per l’amministrazione di appartenenza”.
I giudici contabili hanno analizzato la documentazione proveniente dal procedimento penale che ancora non è concluso. Il militare in servizio alla stazione di Partinico ha dichiarato di essersi recato in missione a Roma presso la presidenza del Cocer tra gennaio e dicembre del 2016.
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Sarebbe curioso sapere:
chi (non) ha esercitato la funzione di controllo, demandata alla linea di comando,
cosa risultasse dai verbali di assemblea del Co.Ce.R.,
chi liquidava i rimborsi e su disposizione di chi.
Un sistema che pare colpire solo la punta dell’iceberg, forse perché gli iceberg non sono così rari.
Quanto costa la rappresentanza militare? A cosa è servita in passato e a cosa serve oggi con la presenza dei sindacati?
La rappresentanza esistera’ per altri e sei mesi. Poi e’ soppressa. Se e’ servita? Chi ti avrebbe rappresentato? Erano eletti su voto dei nostri colleghi. Mica ti imponevano i nomi dai vertici militari.