UNARMA: Suicidi in divisa una storia senza fine.

Roma, 9 feb 2023 – Questa Segreteria Regionale Veneto, all’indomani della notizia del collega colpito da malessere a seguito del quale parrebbe che abbia tentato il suicidio, esprime il proprio profondo sgomento.

Ogni episodio suicidiario od ogni tentativo, fortunatamente non andato a termine, cela una profonda sofferenza personale; il decidere di porre termine alla propria esistenza terrena viene visto come unico rimedio al malessere che divora la persona Tal “gesto” genera l’interrogativo di quali siano le motivazioni di questa crisi o perlomeno quali siano questi prolungati e persistenti disagi personali che inducono ad un gesto simile ma, soprattutto, PERCHE?

Questo è il principale interrogativo delle famiglie che rimangono coinvolte in una simile tragedia continueranno sempre a porsi.

Il dubbio più assordante dei famigliari, così come amici e colleghi è: avremmo potuto evitare, avremmo potuto aiutare, perché non si è fidato di Noi?

Un susseguirsi di eventi tragici come questi riporta agli albori della storia…….

La fratellanza in Armi, sin dal medioevo esiste il patto di mutuo soccorso e di reciproca fedeltà tra  militi, sancito da un vincolo per cui ci si unisce e combatte per la stessa bandiera. Ma la domanda rimane soloed esclusivamente la stessa: perché non ci si è accorti di un malessere? Perché non si pongono le giuste attenzioni: “COME STAI? COSA SUCCEDE OGGI CHE SEI PENSIEROSO?

Proviamo a paragonare questi suicidi ad una serie di OMICIDI, a seguito di attentati terroristici e non; una continuità di eventi che si replicano per circa dieci anni sino a raggiungere un numero totale di settecento morti.

Quale sarebbero le paure e le reazioni della nostra comunità?

Quali misure urgenti adotterebbero le istituzioni e l’autorità giudiziaria per fronteggiare questi eventi?

Le forze di polizia come combatterebbero il massacro dei propri cittadini?

Per quanto detto è lecito affermare che si tratterebbe di un vero MASSACRO DI CITTADINI, senza riscontri nella storia della società italiana, eguagliabile solo alle azioni di guerra o al periodo della pandemia.

E’ ormai storia che le persone uccise nei primi dieci “ANNI DI PIOMBO”, nel decennio che va dal ’69 al ‘79, se il calcolo non è errato, siano 268; sebbene si tratti di un considerevole numero è comunque sempre inferiore alle settecento vittime indicate in premessa.

Ora voltiamo pagina, trattiamo il tema dei 70 SUICIDI IN DIVISA (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, ecc.), un drammatico fenomeno che si replica ogni anno, da oltre dieci anni, che colpisce in modo spietato la nostra comunità (solo gli enti pubblici sono a conoscenza del numero esatto, mai pubblicato e mai divulgato ufficialmente), sono cittadini italiani che hanno scelto con convinzione di difendere i diritti di ogni altra persona e di rappresentare questo nostro Stato italiano, sacrificando oltremodo ogni singolo giorno per il bene di tutti, cercando di preservare l’equilibrio sociale.

I 700 morti, colpiti da questo “fenomeno” mai accertato, continuano a verificarsi anno dopo anno, da tutti rilevato, ma a quanto pare troppo spesso ignorato.

Non si dimentichi che stiamo parlando della morte di cittadini appartenenti alla nostra società; gli stessi che dopo circa 20 anni od oltre di servizio, compiono questo “INSANO GESTO” che devasta in modo irreparabile anche le famiglie.

Tanti di questi sucidi sono padri, madri, figli o fratelli….questa è una piaga che tutti conoscono e su cui in molti per ipocrisia sorvolano.

È preoccupante che, a fronte di tali accadimenti, non si avviino inchieste giudiziarie d’ufficio almeno
cosi sembra così da verificare se vi siano responsabilità penali da parte di terzi per ipotesi di reato come
l’INDUZIONE AL SUICIDIO, oppure per altre cause…. sarebbe sufficiente solo iniziare, chiedendo alle persone più vicine cos’è successo, domandando a famigliari, colleghi, capi ufficio, ecc..

E’ sconcertante che solo per aver scelto di servire lo Stato possano essere “CITTADINI
SACRIFICABILI, ma a questi COLLEGHI/ FRATELLI deve essere garantito il rispetto dei diritti a loro riconosciti anche dopo la loro morte violenta e nell’interesse dello loro famiglie.

E’ giunto il momento, non più differibile, di porre definitivamente termine a questa PIAGA SOCIALE E MILITARE, nell’ interesse di tutta la comunità Militare e NON.
Forse le cause sono proprio indicate negli elementi citati nei pregressi interventi e ribaditi nell’intervento 24/2022 del 06.09.2022 con il titolo FENOMENO SUICIDI DEL PERSONALE IN DIVISA PARTE SECONDA, che scaturiscono dalle motivazioni citati nell’intervento n. 29/2022 del 03.12.2022 con tematica AZIONE DI COMANDO.

Unica certezza assoluta, non è accettabile che questa Associazione Sindacale Carabinieri UNARMA debba suggerire che sia ormai giunto il momento di avviare delle inchieste d’ufficio su ogni singolo evento di suicidio degli ultimi dieci anni, per combattere questo fenomeno certamente NON occasionale di STRAGI DI CITTADINI CHE INDOSSANO LE DIVISE, al fine di combattere le cause per provocare un auspicabile effetto di un’azione di prevenzione, con il sicuro risultato della diminuzione drastica dei settanta casi annuali.

Non è un obbiettivo impossibile da raggiungere, ma è indispensabile l’individuazione delle VERE CAUSE e degli eventuali SOGGETTI RESPONSABILI, il tutto in rispetto dei principi di imparzialità e nell’interesse di tutti i figli di MAMMA ARMA DEI CARABINIERI e di questa Italia la cui effige raffigura una DONNA che per mano prende una bimba.

Per il motivo di cui sopra, anche se per molti può apparire logorroico, SI chiede di istituire nel più breve tempo possibile un punto d’ascolto anonimo con esperti del settore e medici qualificati del Servizio Sanitario Nazionale o Privato, che possano in qualche modo coadiuvare i professionisti dell’Arma nella risoluzione del fenomeno pur mantenendo l’assoluto riserbo al malessere del UOMO, Militare e Fratello in Armi che non si senta sminuito e colpito da ogni parte sia professionalmente che psicologicamente.

Con la speranza che con quest’ultimo accadimento avvenuto nel Comando Provinciale di Venezia, si possa finalmente arrivare ad una risoluzione definitiva della problematica e che finalmente si possa affermare di APPARTENERE e non di APPARIRE per poi SCOMPARIRE.

Si ringrazia anticipatamente della cortese attenzione e come sempre questa Segreteria Regionale rimane a completa disposizione per un eventuale confronto di persona.

Padova, 03.02.2023 La Segreteria Regionale Veneto

UNARMA.

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