I Dirigenti dell’Esercito penalizzati da un sistema burocratico perverso. COMUNICATO STAMPA ASPMI

Roma, 14 feb 2023 – In una lettera indirizzata al Ministro della Difesa, questa sigla sindacale ha già avuto modo di evidenziare la disparità di trattamento dei Maggiori e Tenenti Colonnelli dell’Esercito rispetto ai pari grado delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare.

Una disparità riferita sia agli stanziamenti di fondi ad hoc per le Forze di Polizie, a danno del nostro personale, sia al pagamento nel mese di febbraio del compenso dovuto per il solo personale del Comparto Sicurezza.

Ad aumentare il danno (e la relativa beffa) che stanno subendo i dirigenti dell’Esercito, si è aggiunto anche il Centro Unico Stipendiale Interforze che – dopo ben 14 mesi dall’emanazione dei criteri per il calcolo del compenso e, dopo aver fatto firmare il Decreto per la concessione del beneficio al Ministro della Difesa e la bollinatura della Corte dei Conti avvenuta giorni fa – si preoccupa di verificare nuovamente i dati inseriti nei vari sistemi informatici da parte degli Enti Amministrativi delle Forze Armate, deputati al popolamento delle banche dati.

Ci chiediamo: cosa è stato fatto firmare al Ministro Crosetto e come mai si procede ad una nuova verifica dei dati dopo ben 14 mesi dando un ulteriore mese di proroga agli Enti per la verifica?

Nel caso in cui, a seguito di questo secondo e ulteriore controllo, i calcoli risultassero errati, sarebbe quantomeno imbarazzante chiedere al Ministro della Difesa di annullare un Decreto firmato.

Tale comportamento, che rasenta una maniacalità burocratica, di fatto, protrarrà il pagamento al mese di aprile/maggio.

Si deve prevedere, invece, come accade per il Fondo di Efficienza dei Servizi Istituzionali per il personale contrattualizzato, dove eventuali errori riscontrati vengono sanati in una fase successiva.

Oltre al danno economico che i Dirigenti dell’Esercito stanno subendo rispetto alle Forze di Polizia, ad aggravare il tutto si uniscono ritardi nei pagamenti che lo stesso Centro Unico Stipendiale causerà per il mero, forse, gusto di eccellere.

Siamo certi che a seguito di questa nostra ulteriore rivendicazione, il Capo di Stato Maggiore della Difesa e gli Uffici preposti interverranno con l’immediatezza di sempre, al fine di scongiurare questa ennesima disparità ai danni del personale.

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2 thoughts on “I Dirigenti dell’Esercito penalizzati da un sistema burocratico perverso. COMUNICATO STAMPA ASPMI”

  1. E questa è un’ ingiustizia assoluta eeeehhh!… credo sia il caso di indire una colletta da parte di tutti i “ non dirigenti” per compensare questa assurda iniquità’!
    ….o forse sarebbe il caso di ripartire dalle fondamenta dell’ essere militari, quando di nei reparti di “dirigente” c’era solo il Comandante di Corpo, mentre adesso lo sono tutti gli ufficiali da maggiore in su, qualsiasi reale incarico essi svolgano e pur, come avviene di sovente, non esserndo posti realmente al comando di alcuna unità, ma semplicemente per essere divenuti ufficiali superiori, dal momento che lo diventano tutti.
    Sarebbe molto interessante vedere gli effetti della piena applicazione della legge DI PAOLA…cioè la riduzione delle FFAA a 150.000 unità’.
    E sarebbe quindi interessante vedere di quanti “dirigenti” ci sarebbe realmente bisogno…e quindi quante scrivanie da ufficiali superiori e ufficiali generali resterebbero in piedi.
    Ma siamo in Italia, Paese in cui si fa una legge e se ne trova il modo di aggirarla prima ancora che essa entri realmente in vigore….e così, nel frattempo spuntano, come fiori a primavera, nuovi comandi al di sotto degli intermedi….i battaglioni diventano reggimenti, le brigate diventano divisioni…ecc…ecc…ecc…allungando del tutto insensatamente le catene di comando e decisionali dando vita a nuove quanto inutili, nonché deleterie “ scrivanie dirigenziali”.
    Con questa abilissima manovra burocratico/gerarchica, tutti coloro che non avrebbero mai “diretto” una beata ceppa, diventano sicuramente tenenti colonnelli o addirittura colonnelli ed equivalenti, che provengano dai ruoli d’accademia o da quelli “speciali”, cioè coloro che diventano ufficiali, anche accedendo dalla vita civile, con pochi mesi di corso ufficiali dei ruoli speciali….e più di qualcuno arriva addirittura a divenire ufficiale generale/ammiraglio!
    E così la Legge DI PAOLA, insieme al suo fautore, il noto ammiraglio poi ministro, vengono posti in congedo assoluto è definitivo!
    Molti potrebbero dire giustamente che, anche i marescialli risultano in sovrannumero, ma dimenticano che gli attuali marescialli, tra i quali i più elevati in grado potrebbero tranquillamente ricoprire incarichi appannaggio di tanti capitàni e maggiori, specie quelli dei ruoli “speciali” ( che di speciale hanno solo l opportunità di accedere a gradi elevati e laute remunerazioni senza smazzarsi 4/5 anni d’accademia!), per decenni hanno costituito l’ossatura delle nostre FFAA e hanno rivestito il primo grado di detto ruolo anche dopo 12/14 anni di servizio, partendo dal basso, dall’essere poco più di un soldato di leva ed acquisendo negli anni capacità ed esperienza nonché l’imparare a confrontarsi, più che comandare, con militari di grado più basso oltre che con i superiori, provvedendo alla loro formazione militare, specialistica e talvolta anche umana, anche senza aver fatto corsi di psicologia o di governo del personale…e soprattutto con stipendi e indennità, seppur dignitosi, sempre medio-bassi, come risultano esserlo a tutt’oggi.
    Siamo l’unico paese in cui gli ufficiali si chiamano “dirigenti”, talvolta anche senza aver mai imbracciato realmente un’ arma, o essere stati mai posti REALMENTE al comando di una unità militare, anche a discapito di coloro che invece, davvero hanno la reale responsabilità di comando su uomini e mezzi e che andrebbero giustamente valorizzati, anche con una differente remunerazione da coloro che non l’avranno mai tale responsabilità…e che potrebbero tranquillamente non esistere, senza alcun danno per l’efficienza reale delle forze armate…anzi, l’esatto contrario!
    Come è giusto dire che siamo l’unico paese in cui i marescialli, da alcuni a questa parte, vengono arruolati direttamente dalla vita civile e con un corso triennale e di laurea in qualcosa che non si capisce a cosa torni utile, rivestono un grado che, in altri paese si acquisisce dopo circa quindici anni almeno di servizio continuativo e dando la priorità a reali capacità militari e personali, nonché a coloro che svolgono servizio in unità operative di prima linea.
    In quei paesi molti incarichi logistico/amministrativi e di qualsiasi livello, compresi i livelli dirigenziali, sono ricoperti da personale civile…da noi, graduati, marescialli, capitàni e tenenti colonnello ed anche oltre….tutti stipendi che potrebbero essere utilizzati per arruolare soldati, marinai ed avieri da da impiegare effettivamente come tali.
    Ma siamo in Italia, e il carrozzone e i parrucconi vanno avanti indisturbati!
    Permettetemi un’ultima considerazione:
    Se da una parte la rappresentanza militare continua a perseguire obiettivi quali un miglior vitto nelle mense ( come per una massa di morti di fame che se non si sfamassero a mensa sarebbero costretti a rivolgersi alla Caritas!)…appecoronandosi ai vertici rispetto a questioni ben più gravi ed urgenti, dall’ altra i “nuovi difensori dei diritti dei militari” cioè i sindacati, si battono per presunti diritti che poco hanno a che vedere con l’essere tali e giungono a rappresentare addirittura le lamentele assurde di detti “dirigenti”…anche se di cosa non si sa.
    Forse per vedere un po’ di giustizia ed equità ci resta solo sperare nella venuta degli extraterrestri!
    ….quasi dimenticavo: se la colletta “pro dirigenti” parte, fatemi sapere quant’è la quota pro capite! 😏

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