Esercito, tatuaggi, Sindacato dei Militari: militari reparti d’élite paragonati a delinquenti? Capo di stato maggiore chieda scusa

Roma, 27 mar 2023 – I tatuaggi per moltissimi militari sono un segno distintivo e di appartenenza al reparto. Si pensi ad esempio ai ranger o ai paracadutisti della brigata Folgore o della brigata Sassari. Reparti d’élite dove il tatuaggio non è solo un simbolo di appartenenza ma è una tradizione, eppure lo stato maggiore dell’Esercito lo scorso 7 marzo ha avviato un nuovo censimento, paventando sanzioni disciplinari e citando “l’uomo delinquente” descritto nel 1876 da Cesare Lombroso.

È evidente che le menti eccellenti dello stato maggiore dell’Esercito che hanno dato il via a questa nuova battaglia contro i tatuaggi non hanno nulla di più importante e serio da fare altrimenti non avrebbero perso tempo e soldi dei contribuenti per obbligare il personale, uomini e donne della forza armata, di sottoporsi a un nuovo censimento per scovare eventuali tatuaggi presenti su qualsiasi parte dei loro corpi che siano incompatibili con quanto previsto dalla direttiva, cioè che abbiano contenuti osceni, con riferimenti sessuali, razzisti, di discriminazione religiosa o che comunque possano portare discredito alle Istituzioni della Repubblica Italiana ed alle Forze Armate. L’ARTICOLO COMPLETO CONTINUA SUL PORTALE WEB DEL SINDACATO DEI MILITARI, CLICCA QUI >>>

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