Addio ad Antonio Ancora l’ultimo leone di El Alamein

Roma, 11 apr 2023 – Si è spento l’ultimo reduce italiano della gloriosa battaglia di El Alamein, combattuta nel nord Africa Egiziano nell’ottobre-novembre 1942: Antonio Ancora, nato a Galatina il 09 aprile del 1921, avrebbe compiuto tra due giorni 102 anni.

Depositario di un avvenimento storico di larga portata come la Battaglia di El Alamein, avendo ricoperto il ruolo di caporale paracadutista nella 5^ brigata del Reparto “Folgore”, è stato fino all’ultimo istante della sua vita di una lucidità di pensiero ineccepibile per quanto attiene ai valori di fedeltà alla Patria. L’ARTICOLO COMPLETO CONTINUA QUI >>>

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One thought on “Addio ad Antonio Ancora l’ultimo leone di El Alamein”

  1. Ho avuto l’ onore di stringere la mano personalmente ad Antonio Ancora ed altri reduci della battaglia di El Alamein, tanti anni fa, da ragazzino, frequentando l’ ANPDI, per conseguire il l abilitazione al lancio con impostazione militare, oltre a reduci della battaglia del mediterraneo della regia aeronautica, anch’essi tra i pochi sopravvissuti ad un avversario soverchiante.
    All’epoca non mi rendevo conto di chi avevo davanti.
    In seguito, leggendo le pagine di storia che Essi hanno scritto, ho capito cosa avevano affrontato, cosa significa ricevere l’onore delle armi e quanto pochi siano coloro, nella storia militare del nostro Paese che abbiano ricevuto un tale riconoscimento.
    La più grande sfortuna di quei ragazzi allora più o meno ventenni, spesso con fisici tutt’.altro che da Rambo, ma induriti dal duro addestramento e dalle condizioni estreme della guerra nel deserto, fu quella combattere per un regime sbagliato anche se non per loro scelta, motivo per cui questo Paese e soprattutto la sua parte politica li ha nascosti, quasi li rinnega, in modo assolutamente vergognoso.
    Essi hanno portato a termine il loro dovere, fino in fondo, fino all’estremo e non l’hanno fatto per Mussolini e i suoi gerarchi, ma per un concetto raramente riscontrabile nella maggior parte degli individui….l’onore del proprio Paese, il senso del dovere e l’ onore dei propri compagni d’armi e di se stessi.
    È andata esattamente come riassume la stele di QUOTA 33 nel deserto egiziano, ebbero la sfortuna di servire sotto un regime sbagliato, spesso guidati da comandanti, non certo i loro, ma di più alto livello, non degni del loro valore, che decisero di sacrificarli per permettere all’Africa korps tedesca di ritirarsi, privandoli addirittura dei loro stessi camion, carichi di fanti e artiglieri tedeschi….ed ebbero, a conflitto concluso, la sfortuna di appartenere ad un paese che li ha sempre rinnegati, non capendo che il loro Valore non aveva nulla di politico, ma era il Valore di quelli che, 70 anni or sono, erano semplicemente tra i suoi figli migliori e più coraggiosi.
    Per ironia della sorte il loro coraggio e determinazione in battaglia, fu riconosciuto non dal loro Paese, ma dall’ avversario Britannico, aspramente combattuto ma mai odiato, che accettandone una irrimediabile resa, in quanto privi ormai di munizioni e viveri, letteralmente decimati e ridotti quasi a scheletrì e con pochi stracci indosso, a cui restavano ormai solo i sassi del deserto da scagliare sugli attaccanti, ne accetto’ la resa ma gli concesse di sfilare in parata in armi, prima che queste fossero definitivamente consegnate all’ avversario….e da questo vennero appellati come I LEONI DELLA FOLGORE, e tali resteranno per sempre!
    Agli occhi dei più queste parole sembreranno vuote quanto effimere, ma la storia è segnata da gesta come queste, al pari della battaglia delle Termopili in cui pochi Spartani si sacrificarono, ma salvarono le città greche dall’ invasione Persiana, svariate decine di secoli fa’.
    Ma soprattutto questi episodi, questi Soldati con la S maiuscola costituiscono le nostre fondamenta, i nostri inalienabili ed irrinunciabili riferimenti, perché si, è anche giusto rivendicare stipendi migliori, avanzamenti di grado…diritti parentali…ecc…ecc…ecc…ma non bisogna dimenticare ciò che siamo davvero e la nostra ragion d’ essere….siamo soldati, non impiegati e serviamo il nostro Paese.

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