I poliziotti protestano, urge l’incontro con il governo Meloni. Non dimentichiamoci dell’Esercito

Roma, 10 ott 2023 – I poliziotti Silp Cgil scendono in piazza a Roma, demandando ancora una volta l’incontro con il governo Meloni e legittimamente pretendono risposte concrete ai problemi sollevati più volte in questi mesi sulla carenza di risorse, organico e il vergognoso mancato rinnovo dei contratti.

Mancano all’appello più di 10.000 agenti e la formazione e il benessere delle Forze di Polizia sono a dir poco ignorati.

Ci preme esprimere una sincera solidarietà ai colleghi, in lotta per una causa assolutamente meritevole e condivisibile. È indiscutibile l’importanza dei lavoratori e delle lavoratrici in divisa, a servizio della nostra Carta costituzionale ma oggi impoveriti dei diritti garantiti dalla stessa a tutti i lavoratori.

Il depauperamento delle Forze di Polizia si ripercuote ancora più duramente in un momento in cui il loro impegno per garantire la sicurezza delle strade è particolarmente sotto sforzo. Mansione che i militari impiegati nell’operazione Strade Sicure non mancano di alleggerire, nonostante sia stato riconosciuto loro niente più dell’indennità onnicomprensiva (con un importo rimasto fermo ai calcoli del 2008).

Ed è per questo che ci accodiamo alle fondate pretese dei colleghi, nell’obbiettivo di portare la collaborazione tra le Forze Armate e di Polizia anche su un equo e congruente riconoscimento di diritti.

Condividiamo pienamente le necessità degli agenti, sottoposti a condizioni di lavoro poco in linea con i nostri valori costituzionali, chiedendo che vengano considerate e che se ne tragga occasione per ricordarsi anche dell’Esercito.

Il governo Meloni ha infatti stanziato un fondo per il raccoglimento delle risorse inutilizzate per le assunzioni e autorizzato una soglia di spesa di 5 milioni di euro per il 2023 e di ben 20 milioni di euro per ogni anno dal 2024 al 2030 proprio per le Forze di Polizia. I fondi saranno impiegati, tra le varie cose, per il potenziamento degli armamenti e per gli interventi del settore motorizzazione. Ben poco, considerando le necessità reali, ma comunque di più rispetto a ciò che è stato riservato all’Esercito Italiano.

Anche i militari sono duramente provati dalle situazioni migratorie e concretizzano il loro impegno per la sicurezza delle città, come giustamente richiesto dai cittadini e dalla Difesa, ricevendo in cambio condizioni di lavoro incostituzionali. Gli alloggi sono così sovraffollati da non permettere il riposo necessario, i fondi minimi non consentono nemmeno il ricambio adeguato delle divise, costringendo a prestare servizio dovendo sopportare caldo e pioggia per l’inadeguatezza degli indumenti, i mezzi non sono abbastanza efficienti per svolgere i servizi. Servizi che, peraltro, i nostri militari svolgono di buon grado e con spirito di sacrificio, prestando elevate ore di straordinario senza una retribuzione idonea.

La realtà è ben lontana da ciò che si aspetta da un Paese fondato sui valori democratici e che manca di rispetto proprio ai difensori di questi stessi valori. L’auspicio è che anche l’Esercito possa trovare la più piena rappresentanza in un incontro con il governo Meloni che, la triste verità, ha non poche risposte da dare anche ai nostri militari.

Speriamo quindi che venga dato spazio anche a noi, insieme alle altre nuove associazioni sindacali per i militari, chiedendo una rinnovata attenzione a tutti i comparti che il governo non manca di impiegare.

Associazione Sindacale Professionisti Militari – I fondatori – Francesco Gentile – Leonardo Mangiulli

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