WHATSAPP – CONDANNA PER DIFFAMAZIONE PER AVER PUBBLICATO SUL PROPRIO “STATO” FRASI OFFENSIVE

Roma, 24 sett 2021 – Basta uno “stato” su Whatsapp per essere processati e condannati per diffamazione? Da ieri, sì. A stabilirlo è stata la corte di Cassazione. Anche per l’applicazione di messaggistica istantanea, dunque, si ripropone lo schema già diffuso su social network come Facebook, Twitter e Instagram: basta condividere poche righe o una foto, con contenuti particolarmente critici o offensivi, e fare in modo che numerose persone possano vederlo, per commettere nel mondo virtuale il reato di diffamazione.

Secondo l’art. 595 del Codice penale, è condannabile “chiunque, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione”. La sanzione comminata può arrivare a dodici mesi di reclusione o a una multa da 32 a 1.000 euro. I social network ricadevano – come si può facilmente immaginare – tra gli strumenti con cui si può commettere il reato, data la possibilità di pubblicare contenuti visibili a molti utenti. I messaggi pubblicati su Facebook, ad esempio, possono essere “modificati” per essere resi visibili a tutti gli utenti iscritti.

Ma finora non esisteva ancora un caso giurisprudenziale che riguardasse Whatsapp, che permette di condividere “stati” – parole, foto o filmati – che raggiungono tutti i contatti presenti nella propria rubrica.

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