I GRUPPI SPORTIVI MILITARI NON VOGLIONO IL CAMPIONE MONDIALE DI GINNASTICA A CAUSA DEI TATUAGGI

Roma, 25 ott 2021 – A Repubblica l’oro nella ginnastica, corpo libero: «Dicono che non vanno bene con l’etica dei gruppi sportivi. Mi dispiace per loro, mi metterò l’anima in pace» 

Di seguito l’intervista a Nicola Bartolini, primo campione del mondo al corpo libero, in ginnastica, dai tempi di Chechi (1997).  Alle Olimpiadi non ha partecipato.

«Perché noi della squadra maschile non ci siamo qualificati, e per una serie di cavilli nell’assegnare i posti individuali, ho saputo solo una settimana prima di partire che non c’era un posto per me. C’è questo stereotipo in Italia, se hai tatuaggi non puoi entrare nei corpi militari. Se fa schifo avere un campione del mondo….. mi dispiace per loro…..

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2 thoughts on “I GRUPPI SPORTIVI MILITARI NON VOGLIONO IL CAMPIONE MONDIALE DI GINNASTICA A CAUSA DEI TATUAGGI”

  1. Non parlerei di stereotipi, ma di regolamento. Se vuoi fare parte delle forze armate e di conseguenza nei gruppi sportivi delle forze armate non devi avere tatuaggi in determinate parti del corpo. Se sdoganano sta cosa per lui, si dovrà aprire a tutti gli altri militari e anche a quelli che sono stati esclusi in precedenza. Da qui si aprirebbe una serie infinita di ricorsi. É un po’ come il green pass, se vuoi lavorare, andare al cinema o altro devi avere il green pass, se vuoi entrare nelle forze armate (e gruppi sportivi) devi avere determinate parti del corpo senza tatuaggi

  2. Naturalmente un bravissimo a Nicola Bartolini…ma se le regole sono regole valgono anche per i campioni del mondo.
    Non bisogna dimenticare che molti ragazzi come lui restano esclusi dagli arruolamenti a causa di vistosi tatuaggi che possono piacere o meno, ma sono causa di impedimento all’arruolamento.
    Aggiungo poi, che personalmente sono contrario all’esistenza dei gruppi sportivi in uniforme, eccezione fatta per gli atleti diversamente abili, specie se diventati tali a causa del servizio precedentemente svolto.
    Per quanto possano essere brevi e portino prestigio all Italia, gli atleti “normali” non svolgeranno mai un vero servizio a favore della comunità, come invece fanno ogni giorno, lontano da riflettori, sponsor generosissimi e salotti televisivi, migliaia di carabinieri, poliziotti, soldati, marinai, vigili del fuoco ecc. ecc., con stipendi inappropriati, ma soprattutto con rischi legali e personali elevatissimi.

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