Roma, 29 dic 2021 – Ivano Testaì, 42 anni di Assaro, in provincia di Enna, è stato un tumore causato dall’uranio impoverito, manifestatosi al termine dell’unica missione all’estero (in Kosovo) fatta nel corso della sua carriera. Lo denunciano i familiari e la compagna. Lo confermano le analisi che hanno scovato nanoparticelle di uranio impoverito e altre sostanze nel sangue del quarantaduenne, che ad agosto aveva deciso di combattere.
Contro quel tumore tornato più e più volte, che dai reni rapidamente si è diffuso in tutto il corpo. E contro l’Esercito, che a dispetto di oltre vent’anni di sentenze che stabiliscono una correlazione fra l’esposizione a uranio impoverito – componente fondamentale di munizioni anticarro e missili Cruise usati dalle truppe statunitensi inquadrate in missioni Nato – “ancora non offrono alcuna tutela a chi si ammala”.