Roma, 13 gen 2022 – Dopo quanto accaduto lo scorso novembre nel mare norvegese, quando una lunga porzione di un sensore sottomarino a cavo del sistema di sorveglianza LoVe (Lofoten-Vesteralen) era stata tagliata e asportata, nella giornata del 7 gennaio veniamo a conoscenza che uno dei due cavi in fibra ottica che collega la Norvegia alle isole Svalbard è stato tranciato.
Come ha riportato il Barents Observer, l’operatore di quello che è il cavo sottomarino in fibra ottica più settentrionale del mondo, Space Norway, ha localizzato l’interruzione tra 130 e 230 chilometri da Longyearbyen, nell’area in cui il fondale marino va da 300 metri fino a 2700 metri nel Mare della Groenlandia.
Lo Svalbard Undersea Cable System è un cavo di comunicazione sottomarino doppio che collega Longyearbyen, nell’arcipelago artico, con Andoya a nord di Harstad, nella Norvegia settentrionale.
Quando l’anno scorso sono stati interrotti i cavi che facevano parte dell’osservatorio oceanico LoVe, in alcuni ambienti si è avanzata l’ipotesi che potesse essere coinvolta la Russia, che certamente ha i mezzi per farlo.
La Marina Russa ha infatti in servizio alcuni assetti particolari (i sottomarini/batiscafi Paltus e Losharik) che possono raggiungere elevate profondità e effettuare operazioni di sabotaggio e spionaggio. Il Losharik, in particolare, ha subito un importante incidente a luglio del 2019 in cui hanno trovato la morte 14 marinai mentre il battello era impegnato in non meglio precisati “rilievi batimetrici” nel Mare di Barents, e non sappiamo se sia rientrato in servizio.
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