Roma, 4 nov 2022 – Il diritto ai buoni pasti nell’impiego pubblico ha carattere assistenziale e concilia le esigenze del lavoratore e del servizio per garantirgli il benessere necessario per svolgere le sue mansioni se il turno supera le sei ore.
Il buono pasto per i dipendenti pubblici rappresenta un’agevolazione necessaria a conciliare il lavoro e il benessere psicofisico del lavoratore per proseguire l’attività, se il turno dura più di sei ore infatti lo stesso ha diritto a un intervallo non lavorato. Principio ribadito dall’ordinanza della Cassazione n. 32213/2022.
Decisione questa che accoglie le ragioni dei ricorrenti dopo che la Corte di appello aveva negato agli infermieri dell’ASP il diritto ai buoni pasto sostitutivi del servizio mensa per ogni turno lavorativo superiore alle sei ore di durata nelle fasce orarie 07-14, 14-21 e 21-07 perché gli stessi non hanno mai chiesto il servizio mensa fuori dall’orario di lavoro, con interruzione del turno per la pausa pranzo e il prolungamento per un tempo di pari durata.
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