Roma, 4 feb 2023 – m.flcgil.it – L’INPS ha prodotto la nota 430 relativa all’anticipo del TFR-TFS a favore dei pensionati iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, il cosiddetto Fondo credito.
È una opportunità che riduce la gravità del ritardo con cui i pensionati pubblici riscuotono il TFS/TFR maturato, ma non risolutiva del problema che da anni le categorie del pubblico impiego e la CGIL tentano di affrontare con i vari governi e che non hanno smesso di perseguire.
L’INPS ha previsto un tasso di interesse dell’1% sulla corresponsione dell’intero ammontare del TFR/TFS maturato, di molto inferiore a quello praticato dalle banche in base al DL 104 del 2019 (Quota 100).
Potranno usufruire di questa opportunità i pensionati che hanno aderito all’Iscrizione al Fondo Credito al momento dell’invio all’INPS delle pratiche di pensione e comunque prima della data effettiva di pensionamento.
Come si può verificare nella busta paga, l’iscrizione al Fondo Credito è obbligatoria per i dipendenti pubblici con un prelievo dal salario dello 0,35%, è facoltativa per i pensionati a fronte di un costo sull’assegno pensionistico dello 0,15%.
Quindi al momento i già pensionati che non hanno aderito al Fondo Credito non potranno beneficiare della forma di prestito prevista dal messaggio 430 dell’INPS. La CGIL si sta impegnando a riaprire i termini di adesione, ma al momento non ci sono spiragli in tal senso.
Il personale che ha presentato domanda di pensione o la presenterà in futuro, ma al momento è ancora in servizio, potrà chiedere l’adesione al Fondo Credito. L’ARTICOLO CONTINUA QUI >>>
.