CASO DI BULLISMO SU CARABINIERA IN PROVINCIA DI MODENA

Roma, 19 mag 2024 – Ciò che è accaduto è molto grave. Lo dico in primis come collega e poi come appartenente all’associazione sindacale USMIA Carabinieri.

Noi, come sindacato, siamo intervenuti immediatamente per comprendere la situazione e, soprattutto, per assistere la collega sotto ogni aspetto.

Ci risulta che altrettanto abbia fatto, senza alcun indugio, il comandante diretto della collega che, a sua volta, ha allertato la scala gerarchica.

Non ci compete sapere quali siano i canali che l’Amministrazione ha attivato; sta di fatto che l’ufficiale inquisito, dal giorno dopo l’evento, non risulta in servizio.

Come Associazione abbiamo scelto, in accordo con la collega coinvolta nella grave e sgradevole vicenda, di evitare ogni forma di pubblicità mediatica per evitare una ulteriore forma di vittimizzazione.

La collega è forte e determinata, quindi siamo sicuri che, assistita in ogni fase dai professionisti di USMIA, affronterà questa situazione con la forza e la dignità che caratterizza l’agire di ogni Carabiniere.

L’unica cosa che in questo momento ci sentiamo di dichiarare è che l’azione di comando è l’arte più complessa e delicata da esercitare.

Per tale ragione, riteniamo che sia necessario agire in fretta nell’ambito della cultura militare affinché la figura del Comandante – ad ogni livello della scala gerarchica – oltre alle responsabilità e alle complesse competenze, sia il primo sindacalista del personale alle dipendenze…

Sono convinta che, in questo caso, molti urlatori perderebbero la voce.

Teresa Panza, Segretaria Regionale pari opportunità
Usmia Carabinieri Emilia Romagna

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4 thoughts on “CASO DI BULLISMO SU CARABINIERA IN PROVINCIA DI MODENA”

  1. Sono basito di quello che leggo. Ancora oggi, nel 2024 abbiamo ancora soggetti dirigenti, comandanti e non che Osano bullizzare un dipendente, una Carabiniera. Assurdo. Ha fatto benissimo la collega denunciare quanto subito. Gli autori o, l’artefice a mio avviso andrebbe trasferito sul cucuzzolo della montagna, lontano da ogni forma civile. Perché è una bestia. C’è chi va nelle scuole ad insegnare il rispetto per gli altri e poi li abbiamo in casa? Vergonati/Vergognatevi

  2. L’annullamento della libertà d’azione dei Sottufficiali e della Truppa, unitamente al non andare più bene ciò che fino a “un paio d”anni fa” andava bene, ha fatto percepire al personale non Ufficiali, la distanza che c’è fra la categoria Ufficiali e le altre.
    Probabilmente i Carabinieri giovani verranno abituati così e lo crederanno normale o comunque lo accetteranno. Quelli più datati ovviamente no.
    Di fatto lo svuotamento della libertà di scegliere come espletare, (sempre nel rispetto delle regole, ovviamente), il servizio toglie la serenità, la convinzione, la considerazione di sé stessi, la voglia di fare servizio..ma il problema non è personale ma ahimè generalizzato.
    Si capisce facilmente che è voluto, indirizzato, ma è molto triste e probabilmente l’inizio dell’mplosione dell’Arma, intendo dell’arma storicamente ben voluta ed apprezzata dai cittadini e dagli appartenenti.
    Il personale va considerato un collaboratore indipendentemente cioè in egual modo che sia un Generale o un Carabiniere.
    Speriamo che l’Arma “riaggiusti il tiro”..ritorni una grande famiglia.-

  3. Se si pensa che per arruolarsi bisogna superare varie prove, compresi test psicoattitudinali e il colloquio con lo psicologo, mi chiedo se gli ufficiali siano stati sottoposti alle stesse.

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