Roma, 26 gen 2021 – I traduttori abbandonati lanciano un appello: “L’Italia si ricordi di noi”. L’intervista de il Giornale.it al generale Mauro Del Vecchio.
Gli interpreti di Herat e Kabul temono di venire lasciati indietro e lo hanno scritto nero su bianco in una lettera inviata al comando italiano, che non ha ricevuto risposta. Come è possibile?
“E’ una situazione che non fa piacere a tanti ufficiali come il sottoscritto, che hanno avuto la possibilità di verificare la valenza e l’importanza degli interpreti. Persone che hanno vissuto, ma è più corretto dire che hanno operato al fianco dei soldati italiani anche in momenti di grande pericolo. Tra l’altro non va dimenticato che sono spesso nel mirino dei talebani, che certamente non apprezzano la loro attività di supporto alle forze di stabilizzazione. Da noi italiani il loro impegno è sempre fortemente apprezzato e riconosciuto come molto importante per l’esito positivo delle operazioni”.
Undici sono stati già licenziati con una lettera che esclude qualsiasi piano di protezione. I sette della capitale sono a casa da marzo. In tutto fra Kabul ed Herat stiamo parlando di poco più di 50 persone a rischio. Un numero minimo e allora perchè ci sono problemi?