IL 30% DELLE SOLDATESSE INGLESI DENUNCIA VIOLENZE E BULLISMO

Roma, 26 lug 2021 –  DAL SITO CONDEDATIFOLGORE.COM – Il trenta percento delle soldatesse inglesi dichiara di avere subito atti ostili, molestie sessuali e addirittura violenza sessuale.

Si tratta del risultato di una indagine svolta dal Gruppo delle donne nelle forze armate, ora costituitosi in comitato, la cui presidentessa Sarah Atherton è stata arruolata per diversi anni ed ora è deputata al parlamento inglese come conservatrice.

In alcuni casi sono state rilevate violenze di gruppo oppure promesse di benefici di carriera in cambio di sesso.

Nelle zone di guerra la situazione ha numeri ancora più pesanti. In tutti i casi le testimonianze rivelano la paura della denuncia per non cambiare la propria vita per sempre, oppure atti di bullismo per avere respinto le molestie. Le testimoni lamentano indolenza e negligenza dei superiori che venivano a conoscenza dei fatti.

Il Messaggero di ieri riporta anche alcune testimonianze:

Sophia è stata un ufficiale della Royal Navy fino al 2017. È stata molestata e poi aggredita sessualmente dal suo capo ma i suoi tentativi di denuncia sono stati inutili, è stato come «andare contro un muro. L’esercito è un club per soli uomini», ha precisato, aggiungendo che un simile reclamo avvenuto sotto i loro occhi avrebbe rappresentato una «cattiva pubblicità per loro e per le loro carriere».

Ha lasciato la marina militare e ha portato il suo aggressore in un tribunale civile. Una strada che il comitato responsabile dell’inchiesta ha inserito nelle conclusioni del rapporto, diretto al Ministero della Difesa. Togliere i casi di violenza e molestie sessuali dai tribunali militari e trasferirli in quelli civili dove la giustizia sembra essere molto più equa è infatti una delle soluzioni proposte: le condanne nell’ambito militare sono dalle 4 alle 6 volte inferiori rispetto al giudice civile.

Insieme a questa raccomandazione, il comitato ha avanzato altre due richieste: che venga istituita un’autorità responsabile di gestire le accuse di bullismo, molestie e discriminazioni; e che alle donne vengano fornite uniformi e attrezzatura adeguate alla loro corporatura. Nel rapporto è infatti emerso che molte militari sono state mandate in combattimento con visiere e protezioni della misura sbagliata. Dettagli non da poco dal punto di vista della sicurezza e che avrebbe potuto costare loro la vita.

Una grave mancanza, lamentano, che dimostra come il Ministero della Difesa non abbia ancora compiuto i passi necessari per migliorare l’accesso delle donne alla carriera militare. «Le soldatesse non stanno avendo giustizia. Ora ci è chiaro che i casi di violenza sessuale non possono essere giudicati dalla corte marziale – ha precisato la Atherton – Abbiamo ascoltato testimonianze di come gli ufficiali in alto grado abbiano nascosto le violenze e soprattutto i reclami per proteggere la loro stessa reputazione e carriera. Ci sono sicuramente anche altri ufficiali che vogliono fare la cosa giusta ma è evidente che il personale femminile è stato fortemente deluso da tutta la catena di comando».

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