Allarme per i no vax tra poliziotti, carabinieri e militari

Roma, 20 sett 2021 – La chiamata a vaccinarsi, per loro, è arrivata prima che per tanti altri. Subito dopo i medici e i fragili, e insieme a over 80 e insegnanti, toccava a forze di polizia e forze armate. Lo disponeva a metà febbraio, il «programma prioritario» che l’allora commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, aveva predisposto con le Regioni.

Poco dopo, cambiato il commissario — il primo marzo il nuovo presidente del Consiglio, Draghi, ha nominato Francesco Paolo Figliuolo — è cambiata anche la strategia: ordine di vaccinazione non in base alla professione ma all’età . Del resto le categorie da privilegiare per via dei rischi maggiori e dell’interazione con il pubblico derivanti dal lavoro, dovevano aver già quasi completato il ciclo delle due somministrazioni. Vero, ma non del tutto.

È vero, cioè, che la gran parte di carabinieri, poliziotti, appartenenti alla guardia di finanza e alle forze armate si sono vaccinati e da tempo. Tuttavia, finora chi non ha voluto farlo ha subìto, come unica restrizione, quella di non potersi sedere a mensa con i colleghi, visto che in ogni ambiente in cui si consumano pasti già vige l’obbligo di green pass.

Ora, in vista dell’obbligo di esibire la certificazione per entrare in ufficio come per prendere servizio in caserma, dal 15 ottobre, alcune sigle sindacali hanno lanciato il loro allarme: cosa si fa con i no vax in divisa, dovranno tutti essere sospesi e lasciare il servizio?

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