Roma, 25 ott 2021 – Il 29 agosto, nel pieno della fuga dall’Afghanistan, la situazione militare nell’aeroporto di Kabul era incandescente: un attentato di Daesh aveva causato una caotica carneficina e la tensione era alle stelle. In questo momento di panico, gli Stati Uniti non hanno saputo controllarsi e hanno applicato una strategia di attacco preventivo che li ha infine condotti a bombardare un dipendente di una no-profit pensando fosse un terrorista.
Ora, col capo metaforicamente coperto di cenere, il Pentagono vuole compensare questa “svista” risarcendo le famiglie coinvolte con una cifra la cui entità non è stata rivelata, una risoluzione che però non risolve i problemi di fondo che sussistono nell’utilizzare i droni militari (UAV).
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