Giallo nel Mare di Norvegia: scomparsi cavi per la sorveglianza sottomarina, messi fuori servizio diversi sensori del sistema Lofoten-Vesterålen (LoVe)

Roma, 16 nov 2021 – Sono scomparsi diversi chilometri di cavi che collegano i sensori per la sorveglianza sottomarina! Circa 4 chilometri su 60. Il danno è stato talmente importante da avere messo fuori servizio diversi sensori del sistema Lofoten-Vesterålen (LoVe), un sistema che, operativo dal 2020, rappresenta il primo schermo di controllo per Oslo su tutto quanto accade al largo delle coste della Norvegia settentrionale.

Il sistema nasce come strumento per misurare la qualità dell’oceano. I dati scientifici servono all’istituito di ricerca per controllare lo stato del mare, dei banchi di pesci, le temperature e le correnti e comprendere l’impatto dei cambiamenti climatici su quel tratto di mare.  E’ chiaro che un sistema di sorveglianza dell’oceano in un’area così densa di passaggi di imbarcazioni e sottomarini Nato e russi interessa molto anche dal punto di vista strategico.

In base a quanto scoperto, il sistema LoVe ha iniziato ad avere problemi da aprile con la perdita di contatti dal sensore dell’isola di Langøya. I ricercatori hanno poi scoperto che quella “scomparsa” non era stata causata da un guasto, ma mancava un cavo. Non c’era stato quindi solo un danneggiamento, ma era letteralmente scomparsa un’intera sezione che collegava quelli che in gergo tecnico vengono definiti “nodi”.

Improbabile che si sia trattato di un fatto accidentale. Se si fosse trattato di un cavo tranciato da una nave o da un mezzo di ricerca, sarebbe stato impossibile per l’equipaggio non accorgersene, dal momento che si tratta di una sezione il cui peso è nell’ ordine delle tonnellate.

I sospetti che un’unità nemica, con transponder spento, abbia operato nella più completa oscurità.

Viene ipotizzata anche la “pista russa”. Quella sezione di cavo si trovava nei pressi di una delle più importanti rotte della Flotta del Nord. Un percorso utilizzato sia dalla flotta di superficie che da quella sottomarina per navigare nelle acque dell’Atlantico passando il famigerato Giuk Gap, barriera marina che identifica la porta dell’area sotto controllo Nato. Se quel sistema è fondamentale per monitorare il passaggio dei sottomarini nel Mare di Norvegia, molti osservatori ipotizzano che quel cavo desse fastidio a chi non vuole essere visto dall’Alleanza Atlantica: quindi alla Marina di Mosca.

I servizi della Norvegia e della Nato sono al lavoro per cercare di comprendere cosa abbia tranciato e rimosso quei chilometri di cavi sottomarini (FONTE>>>>>).

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