Roma, 13 gen 2022 – Dalle partite a carte vietate, alle regole sul conferimento dei rifiuti, da infrazioni di natura fiscale fino alla mancata esibizione dei cartelloni sulla sicurezza. Sono i pretesti utilizzati per taglieggiare una ventina di imprenditori, tutti cinesi, in Veneto.
Cifre, pretese per chiudere un occhio, che andavano dai 100 ai 500 euro. Per questi fatti un brigadiere dei carabinieri adesso in congedo, e quattro commilitoni compariranno il 13 gennaio davanti al giudice per l’udienza preliminare. Ad attenderli c’è la richiesta della Procura, che vuole i cinque rinviati a giudizio per i reati di concussione e il furto di elettrodomestici e caffé.
Secondo l’indagine, da cui è partita un’altra inchiesta ha coinvolto il comandante della radiomobile dei carabinieri di Montebelluna, l’ex comandante dei carabinieri di Istrana e l’ ex comandante della stazione dell’Arma di Castelfranco, accusati a vario titolo di corruzione, abuso in atti d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatico delle forze dell’ordine, traffico illecito di influenze, violazione delle norme sulla privacy, falso in atto pubblico e di esercizio abusivo della professione. Gli imputati avrebbero preteso denaro da imprenditori, gestori di pubblici esercizi e commercianti, tutti cinesi, minacciandoli di far eseguire controlli che avrebbero fatto chiudere le loro attività.
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