Roma, 27 gen 2022 – La Cassazione: offendere i carabinieri su Facebook è reato. Secondo un nuovo principio di diritto è diffamazione aggravata per chi posta frasi offensive sui social network anche senza far nomi. Respinto il ricorso di un giovane che su Facebook ha inveito contro l’Arma: basta il riferimento a un ampio novero di persone che appartengono a una determinata categoria
Aveva pubblicato un commento offensivo nei confronti dei carabinieri sul profilo Facebook. E’ stato denunciato e la sesta sezione penale della Cassazione, con un nuovo principio ha stabilito che “Scatta la diffamazione aggravata per chi posta sui social network frasi offensive anche senza indicazioni nominative.” Nel dettaglio, con la sentenza 2598/22, la Suprema Corte ha respinto il ricorso di un giovane che su Facebook ha inveito contro il personale militare che lo aveva fermato poco prima: basta il riferimento a un ampio novero di persone che appartengono a una determinata categoria.
All’imputato era stato contestato di aver espresso frasi minacciose nei confronti dei Carabinieri che lo avevano sorpreso a orinare in una via pubblica e per aver, poi, pubblicato sul social network Facebook un post dal contenuto diffamatorio, sempre rivolto al personale militare che lo aveva condotto in caserma e identificato.