Roma, 12 mar 2022 – La lettera inviata dal SIULM: Questa O.S. sta ricevendo diverse segnalazioni da parte di colleghi che, per scelta personale, hanno deciso di non vaccinarsi, andando incontro alla sospensione dal servizio e dalla retribuzione.
Per quanto riferito dai nostri iscritti, si sono ingenerate situazione diverse e variegate. Infatti, se da un lato ci pervengono segnalazioni positive, dove seppur sospesi non hanno ancora ricevuto alcuna decurtazione, in altri casi, evidentemente per scelta dei
Comandanti di Corpo o per decisioni prese al livello intermedio, vi sono colleghi che con soli due giorni di sospensione non stanno percependo alcun emolumento economico.
Questa Organizzazione Sindacale è consapevole che le Amministrazioni Militari non potevano fare altro che applicare la legge, stante le eventuali responsabilità da appurare nelle sedi giudiziali competenti, tuttavia, la questione della diversa applicazione della retribuzione ricevuta, va fatta risalire ad una cattiva interpretazione o organizzazione da parte di alcuni Enti. A tal proposito, risulta superfluo sottolineare il danno ricevuto da coloro che, anche con pochissimi giorni di sospensione, non stanno ricevendo lo stipendio, quindi impossibilitati ad onorare le spese correnti della famiglia (spesa alimentare, mutuo, sport figli, carburante, ecc..).
Non entrando nel merito della legittimità di tale obbligo, compito dei vari TAR ai quali come O.S. ci siamo rivolti, chiediamo un Vostro sollecito intervento per la definizione chiara e univoca delle retribuzione spettanante ai militari sospesi.
Questa O.S., certa del Vostro interessamento della problematica sollevata, porge
Cordiali Saluti.