“Ecco perché dividere la Russia dall’Europa è un favore agli Stati Uniti”: l’analisi di Limes

Roma, 30 mar 2022 – L’ultimo numero della testata Limes, dal titolo “La Russia cambia il mondo”, non a caso è andato a ruba, rendendo necessaria una ristampa. Alle pagine del Riformista, il direttore Lucio Caracciolo ha spiegato il perché di quel titolo.

Secondo Caracciolo si va “verso una separazione della Russia dall’Europa, che poi era lo scopo strategico perseguito in questi anni dagli Stati Uniti”. La recente crisi, quindi, ha finito per dare “una grossa mano agli americani, quanto meno a quelli che vogliono creare più che una cortina di ferro un fossato tra l’Europa, intesa nel senso più ampio del termine e quindi più a est possibile, e la Russia. Non solo per togliersi la soddisfazione di liquidare una volta per tutte questo nemico, ma anche per dare un segnale alla Cina che, non avendo più sponde in Occidente, dovrebbe venire a patti, a condizioni inferiori, con gli Stati Uniti”.

Per quanto riguarda la Nato, per Caracciolo “non si è ufficialmente impantanata in questa guerra, ma ha contribuito a rafforzare l’Ucraina almeno dal 2014 in modo sempre più chiaro, armando e addestrando le sue forze armate, sostenendola politicamente e diplomaticamente, con l’intenzione di impedire alla Russia di rimettere sotto la propria sfera di influenza Kiev”. Dall’altra parte, Mosca ha invece attuato “una politica di aggiramento a lungo raggio, passando dalla Siria alla Cirenaica, addirittura all’Africa occidentale, recuperando vecchi sentieri della Guerra Fredda, per dimostrare di essere ancora una grande potenza”.

L’Italia, da par suo, “è abbastanza tagliata fuori dal tavolo delle decisioni. Intanto perché aliena a certe dispute geopolitiche che immaginavamo relegate al passato”. E poi perché siamo “fondamentalmente economicisti e post storici quando si parla di queste cose. Quando si parla di operazioni militari e guerra rimaniamo disorientati. E siccome i nostri alleati lo sanno bene, tendono a emarginarci e considerarci molto secondari”. Il rischio è che però “dopo la guerra avremo a che fare con un surriscaldamento della tensione nell’area balcanica e per noi italiani la lezione più importante è renderci conto che non possiamo estraniarci dalla storia mentre la storia cammina”. <<<FONTE>>>

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