Roma, 30 mag 2022 – L’escamotage era ingegnoso ed era studiato nei dettagli: un maresciallo della Marina militare e un sottoufficiale in congedo, manipolando i database, erano in grado di fare lievitare i compensi spettanti ai colleghi prossimi alla pensione, facendo impennare le cifre che l’Inps avrebbe dovuto pagare per decenni.
Ovviamente, non era un favore gratuito: il costo dell’intervento di Francesco Restivo, capo del reparto trattamento pensionistico della Marina, e di Domenico Pennestri, andava dai 7mila ai 10mila euro. Vere e proprie bustarelle, per l’accusa, che ora costano ai due militari e a 8 colleghi l’accusa di corruzione. Ma c’è di più.
Dopo l’arresto dei due militari, finiti ai domiciliari lo scorso novembre, i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno acquisito documentazione e individuato un centinaio di altri casi sospetti, sui quali stanno facendo verifiche.
Le cifre al centro dell’inchiesta, sottratte all’Inps, potrebbero quindi rivelarsi significative: considerando solo gli 8 beneficiari già finiti sotto inchiesta l’importo si aggirava intorno al 50mila euro. Conto che, ora, potrebbe impennarsi e che non tiene conto delle somme da accreditare sul lungo periodo.
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