Che fine faranno le missioni militari italiane all’estero?

Roma, 14 sett 2022 – Da tempo si è delineata una nuova architettura di sicurezza globale – o per meglio dire insicurezza – che si può riassumere in due concetti: quello di “competizione duratura” (continuum competition), ovvero di tensione internazionale permanente in cui diventa sempre più complesso tutelare i propri interessi, e quello di “ricorrente instabilità” (pervasive instability) contraddistinta da fenomeni imprevedibili e dinamici, spesso con azioni condotte nella “zona grigia” (gray zone) e quindi al di sotto del livello di innesco di un conflitto aperto.

L’attuale conflitto in Ucraina ha solamente evidenziato ancora una volta come le tensioni del mondo multipolare, che ardevano come braci perimetrali del fuoco del contrasto al terrorismo internazionale alimentate dal vento dell’assertività/aggressività di attori regionali e globali liberi dal meccanismo di contrapposizione tra blocchi, siano una realtà oggettiva da affrontare per mantenere la stabilità e la sicurezza nazionali.

Nel nuovo concetto strategico dello Stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha giustamente sottolineato come le Forze Armate siano proiettate in una fase storica contrassegnata da fenomeni di grande portata politica e strategica, che hanno radicalmente mutato il nostro modo di vivere e la nostra percezione del futuro.

Si profila dunque, afferma l’ammiraglio, l’esigenza di evolvere verso un nuovo “paradigma della deterrenza”, di fatto sempre più connesso con lo “sviluppo tecnologico” e con l’ampliamento degli strumenti dissuasivi. La deterrenza pertanto, prosegue il Csm Difesa, non può prescindere da uno strumento militare all’avanguardia, che abbia come corollari l’adozione di un modello operativo interforze e multidominio e la capacità di partecipare, a pieno titolo, alla rivoluzione in atto nel settore delle tecnologie militari.

Nel documento si afferma che in questo scenario geostrategico, le missioni all’estero per la pace e la stabilità internazionale, per la salvaguardia della dignità della persona umana, sono la sintesi e la trasposizione operativa sul piano internazionale del patrimonio di valori che ispirano le Forze Armate.

L’impegno italiano cresce costantemente: per la prima volta dal dopoguerra, il dispositivo militare nazionale è dispiegato in un arco geografico di un’ampiezza senza precedenti: dalla regione Artica e dal Baltico verso sud attraverso il Fianco Est dell’Alleanza, dal Golfo Persico verso ovest attraverso il Corno d’Africa ed il Medio Oriente, il Mediterraneo, il Nord Africa e il Sahel fino al Golfo di Guinea. In tutte le aree comprese in questo arco, le attività delle Forze Armate potrebbero ampliarsi e proseguire, anche ed inevitabilmente a seguito dei risvolti della crisi ucraina.

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