Roma, 16 sett 2022 – Una delle caratteristiche che contraddistingue battaglie e guerre è la loro imprevedibilità, e qualunque cosa che pretenda di ridurre tale imprevedibilità è perfettamente in grado di attirare l’attenzione di numerosi investitori del ramo militare.
Se a ciò, inoltre, si aggiunge l’infinito potenziale delle moderne tecnologie, che sono in grado di raccogliere e analizzare una quantità ineguagliabile di dati, e se si impiegano tali tecnologie in una guerra “permanente” e basata su un massiccio uso dei mass media come quella in corso tra l’Ucraina e la Russia (per non parlare dell’enorme pressione esercitata recentemente su Taiwan, soprattutto dopo la recente visita della speaker della Camera dei Rappresentanti USA Nancy Pelosi), si può presumere che l’impresa di cercare di prevedere gli esiti dei conflitti stia andando a gonfie vele. Ed è, tecnicamente, così.
Come funziona il software MCOSM
Un software dedicato a questo scopo è lo statunitense Major Combat Operations Statistical Model (MCOSM). Tale software esegue algoritmi basati sulla conoscenza di ben novantasei battaglie (e relative strategie militari) combattute tra l’ultimo anno della Prima Guerra Mondiale (1918) e i giorni nostri.
Quando a tale strumento sono stati forniti i dati relativi al primo giorno di invasione dell’Ucraina da parte delle forze russe – nella direttrice di Kiev –, ossia il 24 febbraio scorso, MCOSM ha previsto, su una scala di punteggi da uno a sette, un “successo operativo” per la Russia e l’Ucraina, assegnando alla prima il punteggio di due su sette, alla seconda il punteggio di cinque su sette. <<<FONTE>>>