Roma, 9 dic 2020 – Lo “sbarco” clandestino del vaccino cinese anti Covid tra le comunità orientali in Campania, resta un’incognita, così come il punto di domanda sulla percentuale irrilevante dei loro contagiati. A Napoli dove, da ottobre 2020, si sono registrati solo 5 casi di positività al Coronavirus su 5.200 cinesi censiti, l’ipotesi dell’appropriazione del farmaco attraverso il mercato nero paventata dal portavoce della comunità cinese a Napoli Wu Zhiqiang «non può essere esclusa».
«I cinesi si fidano dei loro mezzi, molti hanno preferito tornare in patria perché si sentono più sicuri mentre chi è rimasto qui si è autoregolamentato, rispettando rigidamente le norme – spiega la professoressa – tra le comunità usano scambiarsi informazioni con le chat sulle piattaforme digitali».
Nelle conversazioni, ora orientate più che mai sui rimedi anti Covid, spesso ci sono «consigli omeopatici e pratiche di erboristica per rafforzare le difese immunitarie» spiega Song Xiaoling, ex docente universitaria de “L’Orientale”.
«Ho amici che sono andati a vaccinarsi in Cina, pagando circa 10 euro, esistono almeno 5 tipologie di farmaco, tutte commercializzate privatamente» racconta Song, scettica sull’idea di un vaccino clandestino in fiale. «Il farmaco per le siringhe va conservato in frigo specifici – afferma la 62enne di Shanghai – l’ipotesi di un vaccino importato, potrebbe essere in forma orale ma in questo caso, non ne conosciamo l’efficacia».
Di certo la possibilità di un vaccino cinese clandestino è nel mirino della Finanza……