Roma, 1 feb 2022 – A uccidere il maresciallo maggiore dei carabinieri Emanuele Calligaris, 46 anni, è stato il processo che si è innescato dopo la somministrazione, a marzo del 2021, della dose di vaccino AstraZeneca.
È questa la conclusione della consulenza tecnica e dell’autopsia a cui è stato sottoposto il corpo del militare friulano, deceduto a marzo dello scorso anno all’ospedale di Udine. A stabilirlo una commissione medica.
L’indagine era partita a seguito di due esposti presentati dalla moglie : l’uomo, dopo essersi sottoposto al vaccino, ha avuto un grave malore, morendo undici giorni dopo l’inoculazione e a 24 ore dal ricovero.
L’autopsia e le successive perizie hanno concluso che Calligaris, senza saperlo, era uno di quei soggetti a rischio trombosi. Rientrava quindi in quei rarissimi casi di «reazione avversa» che poteva scatenarsi dopo la somministrazione del vaccino di AstraZeneca.
La relazione scagiona comunque il medico di base e chi ha inoculato la dose «L’evento emorragico che ha portato al decesso – si legge nelle conclusioni della consulenza – va ricondotto al novero degli eventi imprevedibili ».
In sostanza dopo aver ricevuto la dose di Astrazeneca nel corpo del carabiniere si sarebbe sviluppata la trombosi, provocata da uno stato di ipercoagulabilità del sangue, non individuabile in precedenza.
R.i.p
MORIRE A 46 ANNI
NON SO SE RIPOSERA’ IN PACE